Tutte le storie tristi sono false di Daniel Nayeri – RECENSIONE

Tutte le storie tristi sono false di Daniel Nayeri – RECENSIONE

15 Novembre 2021 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: Tutte le storie tristi sono false di Daniel Nayeri - RECENSIONE

Carissimi Book Lovers, oggi vi porto la recensione del romanzo di Daniel Nayeri "Tutte le storie tristi sono false", in collaborazione con la casa editrice HarperCollins. Una storia da non perdere assolutamente.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: Tutte le storie tristi sono false 
  • Autore: Daniel Nayeri
  • Editore: HarperCollins
  • Anno di pubblicazione:  2021
  • Numero di pagine: 368
  • Genere: Biografia
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Trama

Khosrou ha 12 anni e da quando è fuggito dall’Iran con la madre e la sorella, frequenta una scuola di Edmond, in Oklahoma. Ma Khosrou è troppo difficile da pronunciare, così, per convenienza, è diventato Daniel, nella speranza che i compagni lo considerino uguale a loro. Invece Daniel è sempre quello che porta abiti usati, che ha una merenda dall’odore strano, e soprattutto racconta storie a cui nessuno crede. Sì, perché quando la maestra glielo chiede, Khosrou si improvvisa narratore come Shahrazad davanti al Sultano, narrando di città ricche e favolose, dai colori accesi e i profumi orientali; narra la storia dei suoi nonni, discendenti da famiglie di principi che hanno vissuto il dolore della perdita; narra di un padre che è rimasto indietro nel suo paese, e di una madre che si è risposata, andando avanti a testa alta difronte a mille difficoltà. E a queste storie mescola antiche leggende persiane di amori proibiti, vendette atroci, grandi regni passati e tesori incredibili. Attraverso continui salti tra un passato dove era ricco e felice e un presente in cui è povero e guardato con diffidenza, Khosrou ci descrive il lungo viaggio come profugo attraverso l’Arabia, l’Italia e infine gli Stati Uniti. Un viaggio che spesso lo ho portato a dimenticare cos’era prima, e Khosrou non può permetterlo, perché i ricordi sono tutto quello che gli rimane delle sue origini, sono quelli che lo definiscono e se potesse fermare l’attenzione dei suoi compagni su quello che sta raccontando, forse potrebbero vederlo per quello che è davvero e non solo come un profugo.

 

Quando Daniel fugge dall'Iran insieme alla madre e alla sorella, ha solo 12 anni. In realtà il suo nome è Khosrou, ma diventa Daniel per comodità. Frequenta la scuola e sin da subito viene preso di mira dai bulli, lui è quello con i vestiti più vecchi e un odore strano.

"Non voglio la tua pietà. Se solo sapremo cogliere la sfida della comunicazione, qui nel salotto della tua mente, forse riusciremo anche a superare il tempo, lo spazio e ogni banalità quotidiana per vedere nel profondo dei nostri cuori, e allora concorderai forse che io sono come te."

Quando la maestra glielo chiede lui racconta quello che ha passato a causa della guerra, le vicende vissute, unendo alla realtà anche storie di fantasie, leggende persiane. Il suo è un modo per non dimenticare, perchè quello che rimane delle sue origini sono proprio i ricordi.

Daniel racconta le storie con molta semplicità non annoia mai anzi c'è a volte un pizzico di ironia e, quando si inventa le cose lo fa con dolcezza e ingenuità, perchè nella fantasia si può essere ricchi pur essendo poveri, ci si può immaginare in qualsiasi modo e lui di fantasia ne ha tanta.

L'autore ci racconta la sua storia tra passato e presente, facendoci vivere il suo dolore senza farci soffrire, con una scrittura capace di ammaliare e portarci dentro la fantasia di un ragazzo di 12 anni che utilizza i ricordi per garantire la sua identità, restare se stesso, pur avendo cambiato completamente la sua esistenza. Un libro davvero unico e raro, lo definirei, che entra dentro e ci lascia nel cuore la speranza.

"Se vuoi davvero sapere la verità, è dimenticare che fa più male. Un pezzo del tuo cuore fa un rumore che sembra un gemito e svanisce. Tutto qui. Sei qualcosa in meno."

 

 

 

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