Quando il cielo era il mare e le nuvole balene – Guido Conti Recensione

19 Marzo 2019 0 Di Rosalba
Book Cover: Quando il cielo era il mare e le nuvole balene - Guido Conti Recensione

 

Salve Book Lovers oggi per voi un romanzo intenso, poetico, sospeso tra favola e realtà - Lo ha letto per noi Roberta, di seguito la sua recensione - Buona lettura.

 

Sinossi

Che la pianura fosse il fondo del mare è una favola affascinante per Bruno, un bambino che vive in una grande corte a ridosso dell'argine del fiume Po con nonno Ercole, socialista, che racconta storie meravigliose, e nonna Ida, che guarisce le storte e scaccia i demoni dai cani. Bruno cresce incantato dalle storie che vive e sente raccontare: qui c'è il suo amico Millemosche che riceve da un angelo, in chiesa, il dono di curare i cavalli, qui conosce la tragica avventura di Vera e l'amara esperienza del Peppo che gli narra com'è diventato cieco durante la prima guerra mondiale. Poi un giorno, in mezzo ai campi, appare un uomo che arriva a piedi con una valigia: è l'Americano, il padre assente, l'eroe ambiguo che segnerà per sempre la sua adolescenza. Bruno vive tra stupori e fascinazioni, immerso in una natura spesso crudele, dove gli animali sono messaggeri di gioie e disgrazie. Tra le magiche nebbie del Po conosce anche Laura, una ragazzina sveglia e intraprendente con cui vivrà l'esperienza della guerra, l'arrivo dei tedeschi lungo il Po, i primi incanti di un sentimento che non sa ancora definire e poi lo sfollamento e il trauma della separazione. Nel dopoguerra Bruno, diventato grande, tornerà a cercare i ricordi di un'infanzia vissuta intensamente tra sogni e immaginazioni, e incontrerà una donna, Betty, affascinante e seducente, che lo metterà di fronte a tante verità difficili da accettare. Un romanzo di formazione e vocazione, intenso, scritto con una lingua energica e lirica allo stesso tempo, che affonda le sue radici in quel realismo magico emiliano che, fin dall'esordio, ha nutrito e dato corpo e anima alla narrativa di Guido Conti.

 

 

 

Leggere un’opera del genere significa crescere, acquisire conoscenza e consapevolezza di ciò che l’essere umano è o può essere e di tutto ciò che lo circonda.

“...Anche i più piccoli fiori gialli, e quelli azzurrini che chiamano “gli occhi della Madonna”.. ogni filo d’erba, ogni fiore, anche il più umile, ha la sua dignità di esistere, ha la sua bellezza da mostrare, è un segno della presenza di Dio sulle terra, e tu devi rispettare ogni forma di vita”

Guido Conti ha descritto l’infanzia, l’adolescenza e la divenuta grande di Bruno in un periodo storico importante per l’Italia. La guerra segna e lascia solchi anche nelle zone più remote. Un bambino, un ragazzo e poi un uomo che ha ricevuto il dono di avere nella sua vita persone importanti ed imponenti come il nonno Ercole, la nonna Ida e il padre, il quale riuscirà a mettere in salvo tutti anche se i suoi metodi non sono approvati e apprezzati dai nonni e neppure da Bruno.

“...ognuno di noi è protagonista della storia, nel bene e nel male, l’importante è esserlo con la schiena dritta, procedere a testa alta, anche nella periferia più periferica del mondo”

Entrambi a loro modo hanno aiutato Bruno a scoprire quanto è bella la vita anche se piena di difficoltà. Hanno compiuto errori, come tutti gli esseri umani e Bruno pian piano è riuscito a capirli e a volte anche a perdonarli seguendo i consigli di nonna Ida.

“...il male non si scaccia con un male minore o peggiore, ma solo con il bene e l’amore. Ma l’amore non è degli uomini, ci voleva Gesù per insegnare alla gente cosa vuol dire amare davvero queste “bestie”.... ”

L’incontro con le due donne, Laura e Betty, sarà la svolta per lui. Imparerà a sue spese quanto l’amore può cambiare, confondere e mutare l’animo di un uomo, ma imparerà anche a capire che senza di esso non si può vivere.

“... me ne andai senza salutare... e quando mi girai la vidi allungare il braccio nel letto vuoto come se cercasse un pò di calore, poi si mise un pugno davanti alla bocca con le lacrime che gli scendevano sul viso. Una donna che piange in un letto vuoto è la persona più sola al mondo....”

QUANDO IL CIELO ERA IL MARE E LE NUVOLE BALENE è qualcosa di magico, romantico e realistico. Alla fine della storia ti resta addosso quel pizzico di nostalgia che ti fa spuntare un mezzo sorriso sulle labbra e ti fa riflettere su ciò che hai scoperto. Amare non è mai una cosa semplice, ma odiare e covare rancore lo è ancor di più. È questo quello che invece nonno Ercole ha insegnato a me.

Grazie Guido Conti, per questo speciale e magico racconto.

Vi esorto vivamente a leggerlo e vi prego di riflettere ed innamorarvi di tutto ciò che la vita vi regala.

Imparate a capire i segni, proprio come nonna Ida ha insegnato a Bruno!