L’Ombra di Erika di Gloria Allegrucci – RECENSIONE + INTERVISTA

12 Settembre 2019 0 Di Rosalba
Book Cover: L'Ombra di Erika di Gloria Allegrucci - RECENSIONE + INTERVISTA

Carissimi Book Lovers, oggi recensione e intervista sul romanzo di Gloria Allegrucci intitolato “L’Ombra di Erika” edito dalla casa editrice Libromania – Lo ha letto per noi Nancy, vediamo cosa ne pensa.

 

 

E.V. sono le iniziali di Erika Vandi, una diciassettenne riminese che sparisce di punto in bianco il ventisei giugno del duemiladiciassette. Cinque persone, che sono legate a lei più o meno superficialmente, apprendono la notizia della sua scomparsa da giornali e tv. Tutte e cinque reagiscono alla notizia in modi e sfaccettature diverse: prendendo decisioni che forse non avrebbero mai preso, mettendosi in discussione, condannandosi, sentendosi libere. Ne viene fuori un ritratto di Erika alquanto bizzarro. Ognuno dei cinque personaggi la dipinge infatti in modo differente, dando vita ad un’immagine che è quasi un mosaico di personalità e sembra quasi impossibile che possa esistere davvero. Chi diamine era Erika Vandi? Una crocerossina, una stronza o un’imbranata? Forse era semplicemente una bugiarda? In fondo una falsa identità se l’era inventata. Vi siete mai chiesti che cosa direbbe la gente se foste voi a sparire nel nulla? Siete sicuri al cento per cento di sapere che cosa si ricorderebbero di voi? Che tipo di immagine avete lasciato in ognuna delle persone che amate? Nessuno può dirlo con precisione. Dovreste provare a sparire, per scoprirlo. Sarebbe bello poter diventare invisibili, di tanto in tanto, per vedere che effetto avrebbe la vostra sparizione sulla vita che scorre.

 

 

 

Il romanzo inizia subito narrandoci la vicenda di E.V. Ossia Erika Vandi una diciassettenne scomparsa di punto in bianco il 26 Giugno 2017.

Cinque persone legate in qualche modo legate a lei apprendono la notizia reagendo tutti rispettivamente in maniera diversa dal più discusso, al sentirsi condannato oppure sentendosi libere. Ciò che viene fuori da questa sparizione è alquanto bizzarro.

Chi è era in realtà Erika Vandi?

In questo contesto l'autrice ci chiede di riflettere su cosa accadrebbe se noi in prima persona sparissimo e di conseguenza domandarci se le persone a noi accanto parlerebbero bene o male  oppure semplicemente se comincerebbero a ignorarci.

I personaggi principali erano tutti in qualche modo collegati alla ragazza: Giuliano Falsaperla: tifoso juventino che Erika aveva soccorso. Potrebbe tutto sembrare normale, ma per Giuliano essere fotografato con una maglia di un'altra squadra calcistica era un sacrilegio. C'è poi Selena Fanetti, compagna di scuola di Erika. La ragazza odia profondamente Erika poiché la giovane inizia una relazione con il grande amore dei suoi sogni. Leonardo Del Nero, istruttore di scuola guida di Erika, le insegna a guidare finendone per innamorarsi, l'uomo è convinto che la giovane si chiami Sofia. Rita Bruno, anziana signora sola che conosce Erika per caso e diventa sua amica. Chanel, soprannominata anche Debora conosce Erika poiché la giovane in un momento di sconforto viene dalla ragazza confortata. Lei fu l'ultima a vederla.

Tutte queste persone avrebbero un motivo per odiarla e farla sparire, a parte Chanel, l'ultima che l'ha vista, l'unica persona con cui Erika Vandi ha parlato prima della sparizione, ma essendo la sua età troppo giovane, non avrebbe mai attirato l'attenzione delle forze dell'ordine.

I personaggi sono ben strutturati, sia a livello estetico che emotivo, per cui il lettore riesce ad immaginare i pensieri di ogni singola persona. La narrazione appare molto fluida. L'autrice ha deciso di non inserire i dialoghi nell'opera e strutturarlo come sorta di lettera o diario, rendendo ad ogni modo piacevole la lettura. Il finale può essere interpretato in diversi modi a parere mio: un finale sospeso che si può collegare ad un possibile sequel per scoprire la sorte di Erika, oppure un finale auto conclusivo che permette all'autore di interpretare come meglio crede il finale e riflettere sul messaggio celato nel libro, ossia: siamo davvero sicuri che le persona a noi accanto si accorgerebbero di una nostra possibile scomparsa? Sappiamo precisamente che idea avrebbero di noi?

Consiglio questo romanzo a tutti, giovani e non.

 

 

1.Buongiorno e benvenuta. Prima di parlare del tuo romanzo raccontaci qualcosa di te.

Buongiorno e grazie per questa intervista. Ho trent’anni e sono nata e cresciuta a Rimini. Fin dall’infanzia ho sempre avuto una grande passione per la scrittura e il teatro.Ho iniziato a recitare fin da piccola per poi proseguire anche una volta finita la scuola.
Durante il liceo, grazie ad un professore di lettere che mi ha fatto appassionare al cinema, ho partecipato ad un concorso indetto da Pupi Avati che consisteva nell’aggiungere una scena ad un suo film, La seconda notte di nozze. È stata la prima volta che mi sono confrontata con lo scrivere una sceneggiatura ed ho scoperto che mi piaceva moltissimo. Vinto il concorso, mi è stata data la possibilità di girare un cortometraggio scritto da me ed è stato amore a prima vista con il cinema. Ho proseguito infatti gli studi al Dams di Bologna e successivamente alla scuola di Cinema e Televisione a Milano. Oggi lavoro come aiuto ed assistente regista su film, serie tv e pubblicità dopo aver fatto varie esperienze su molti set internazionali tra Italia e Malta.
Oltre al mio lavoro, continuo a scrivere e a dirigere piccoli progetti, coltivando il sogno nel cassetto di poter presto girare il mio primo lungometraggio da regista. Scrivere occupa ancora molto del mio tempo libero ed è soprattutto un’efficace valvola di sfogo insieme ai viaggi e al teatro.

2.Parliamo un po’ del libro «L'ombra di Erika», come ti è nata l'idea?

L’ombra di Erika è nato una mattina in un bar mentre facevo colazione.
Stavo leggendo un giornale locale e un articolo parlava di una ragazza che non dava più notizie di sé da qualche giorno. Ricordo di aver guardato la foto che la ritraeva sorridente e di aver pensato a dove potesse essere finita o dove sarai andata io se avessi deciso un giorno di sparire.
La cosa che mi aveva stupito era stato leggere alcuni commenti degli amici e dei parenti.
Qualcuno diceva che non si sarebbe mai allontanata da casa di sua spontanea volontà, qualcun altro che invece era da tempo che programmava di andarsene. È stato lì che ho pensato che spesso l’immagine che diamo alle altre persone di noi stessi, cambia in modo sensibile rispetto alla persona che abbiamo davanti. L’idea che la percezione che noi abbiamo di noi stessi sia a volte completamente differente da quella che hanno gli altri mi ha sempre affascinato. Soprattutto nel periodo dell’adolescenza dove si fa molto i conti con il sentirsi inadeguati e sbagliati. Ho iniziato a pensare a quale persona siamo convinti di essere e a quale in realtà siamo davvero.

3.Chi è Erika Vandi? Quale delle tante sfaccettature che ti descrivi nel romanzo appartiene di più a lei?

Quando ho iniziato a scrivere la storia non ero molto interessata a concentrarmi su Erika quanto piuttosto sugli altri cinque personaggi. Non sono loro a parlare di lei bensì Erika è un pretesto per raccontare di loro. E attraverso i ricordi personali di ognuno di loro, dipingere un personaggio che potrebbe sembrare inverosimile ma è semplicemente il risultato di diversi punti di vista. Credo di aver ritrovato questa pluralità di personalità in parte anche in me stessa. Se penso a come sono io quando sono insieme alla mia famiglia o a come sono quando invece mi trovo in ambito lavorativo ad esempio, sono sicuramente due Glorie diverse. Certamente con la maggior parte di tratti in comune ma decisamente diverse. Il contesto, le persone che abbiamo intorno, il periodo della nostra vita, quello che ci succede in un dato momento della vita .. tutto questo condiziona inevitabilmente la persona che siamo e di conseguenza anche l’immagine che diamo agli altri.

4.Hai riscontrato delle difficoltà durante la stesura del romanzo? Se si in quale punto della storia?

Mi è capitato in passato di scrivere molti inizi di libri diversi. Spesso delle buone metà. Ad alcuni mancava solo la fine. Tutte storie rimaste sepolte nel cassetto o in una cartella del computer. Ho sempre avuto il difetto di essere un po’ inconcludente in alcune cose. Spesso mi appassiono a una storia e non faccio in tempo a finirla perché sto già pensando a un’idea diversa. Con L’ombra di Erika però è stato diverso perché è venuto fuori tutto insieme nel giro un mese.

5.Nel romanzo si toccano tematiche importanti riguardanti la società come l'etichetta delle classi sociali a cui si appartiene. Cosa ne pensi di questo fenomeno?

Da adolescente a scuola ho vissuto in prima persona la difficoltà di essere più o meno accettata all'interno di un gruppo. Le cosiddette classi sociali sono molto più caratterizzate e definite di quelle che possiamo in qualche modo ritrovare una volta terminata la scuola. Fare parte di un gruppo diventa una cosa fondamentale per riuscire ad autodefinirsi dentro un contesto. E credo che questo offra svariati spunti di riflessione correlati chiaramente alla considerazione che abbiamo di noi stessi e del giudizio che ci danno le altre persone. Spesso i nostri comportamenti sono fortemente condizionati dalle opinioni che potremmo scatenare su terzi e ci portano a fare scelte che magari non avremmo fatto se non avessimo avuto paura di un giudizio troppo severo o di non essere accettati.

6.Il romanzo è ambientato a Rimini, hai fatto delle ricerche particolari in merito alla città?

Essendo nata e cresciuta a Rimini non ho dovuto fare nessun tipo di ricerca. È la mia città e la sento parte di me. Penso di conoscerla molto bene e di averla vissuta durante tutte le fasi della mia vita. È una città che offre molto se lo si sa cercare. Quando ho iniziato a pensare alla storia nella mia testa è nata spontaneamente a Rimini fin dal primo momento. Non riesco ad immaginare Erika e gli altri personaggi da nessun’altra parte.

7.Hai voluto trasmettere un messaggio ai lettori e/o ai giovani d'oggi con il tuo romanzo? Se si quale?

Più che un messaggio direi piuttosto una considerazione. Mi interessava far riflettere sul riuscire a non fermarsi alle apparenze, ai giudizi rapidi che possiamo avere delle persone. Ognuno è un complesso universo fatto di cose che ci sono accadute e persone che ci hanno attraversati e incontrati. Ognuno sviluppa un proprio punto di vista e una propria visione del mondo soprattutto in base alle esperienze che fa e alle cose che vive. È vero che possiamo essere cinque persone diverse o più. Molto probabilmente non saremo perfetti agli occhi di tutti. Non piaceremo e non risponderemo agli ideali di tutte le persone che incontriamo. È impossibile che sia così. Dobbiamo farcene una ragione ed accettarci per quello che siamo. Soprattutto accettare gli altri per quello che sono, sforzandoci .

8.L'immagine di copertina richiama una ragazza ripresa di spalle, sembra molto riflessiva, puoi spiegare il motivo di questa scelta e non una ragazza che sorride oppure con lo sguardo rivolto altrove?

Il fatto che la ragazza sia di spalle di fronte al mare mi sembrava più in linea con la storia. Non mi interessava mostrare il volto della ragazza perché è infondo quello che cerchiamo di intuire e capire dalla storia. Erika non riusciamo a vederla del tutto perché non parla direttamente con il lettore ma la conosciamo dai racconti di altre persone e non siamo in grado di dire chi di loro ha l’immagine più veritiera o “giusta” di lei. Quindi per noi continua a rimanere una sorta di ombra, una figura indistinta che non riusciamo a raggiungere tanto da vederla in faccia. Il mare inoltre richiama Rimini e il luogo dove si svolge la storia.

9.Il finale può avere diversi sbocchi, c'è la possibilità di un sequel o vuoi permettere ai lettori di interpretare come meglio crede e giungere così alle conclusioni?

Il finale è forse stato la parte più difficile da scrivere. Non ero interessata ad una fine netta ma a lasciare una libera interpretazione su quello che possa o non possa essere successo in realtà. Erika è davvero solo un pretesto di raccontare gli altri protagonisti della storia e un momento in particolare delle loro vite.

Il sogno è che magari L’ombra di Erika possa diventare un giorno una web serie .

È tutto! Grazie mille di essere stata con noi! Buona fortuna con il tuo libro!