Le acque del sonno eterno di Maria Cristina Pizzuto – RECENSIONE

5 Luglio 2020 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: Le acque del sonno eterno di Maria Cristina Pizzuto - RECENSIONE

Carissimi Book Lovers, oggi la nostra Elisa ci parla del romanzo di Maria Cristina Pizzuto "Le acque del sonno eterno", edito dalla casa editrice PubMe - Leggete la sua recensione.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: Le acque del sonno eterno
  • Autore: Maria Cristina Pizzuto
  • Data di Pubblicazione: 17 Luglio 2019
  • Editore: Pubme collana Policromia
  • Genere: Narrativa
  • Pagine: 152
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Sinossi

SARA, rimasta orfana a causa di un incidente, è costretta ad andare a vivere al castello del suo austero zio Alberto, in una cittadina chiamata Pomlete.Al suo arrivo è accolta con estrema freddezza ma, con il passare dei giorni, fa amicizia con Marta, la cuoca, e con Erika, la moglie defuntadello zio.Saranno proprio lo spirito di Erika e la pazienza di Sara a sciogliere il cuore arido e indurito di Alberto, trasformandolo in una persona cordiale e amabile.Nonostante i ripetuti moniti di Erika di stare lontana dall’acqua, Sara deciderà di trasferirsi in un paesino nei pressi di una diga, dove troverà la sua indipendenza e l’amore al fianco di Francesco, fino al fatidico giorno in cui la diga riverserà le sue acque sul centro abitato, trasformando le loro vite per sempre...Questo racconto vuole ricordare il disastro provocato dalla rottura della diga del Vajont, che in una sola notte ha causato mille e novecento morti.Tragedia che poteva essere evitata e che ha causato danni all’ambiente e alle persone, devastando un intero paese.Sebbene la narrazione sia puramente fantastica,vuole mettere in risalto come vite diverse vengano spezzate in poco tempo, per motivi futili e prese di posizione politico-economiche.Questa storia è stata scritta per non dimenticare, per sottolineare che la superficialità umana spesso portaalla distruzione di vite, gremite di desideri ed emozioni. L’Uomo diventa, qui, il dio di se stesso. Un suo errore può varcare il limite della vita e della morte, ed egli si fa autore di misfatti che potrebbero benissimo essere evitati. È un urlo a chiunque possa decidere delle sorti dell’umanità a essere più responsabile in ciò che si fa e si esercita, a prescindere dai giri economici e di potere.“Le acque del sonno eterno” vuole implorare tutti gli uomini a imparare dai nostri stessi errori. Sbagli che hanno portato a catastrofiche conseguenze spezzando l’esistenza di molte vite umane.

 

Ben trovati lettrici e lettori. Oggi vorrei parlarvi del racconto, dai tratti talvolta surreali, di Maria Cristina Pizzuto "Le acque del sonno eterno". E' la storia di Sara una bambina che in giovane età, a causa dell'improvvisa e tragica perdita dei genitori, è costretta ad andare a vivere con l'unico zio che le è rimasto, in un castello nei pressi di un lago sbarrato da una gigantesca diga. La bimba, spinta dall'irrefrenabile curiosità della fanciullezza, vivrà ogni giorno "avventure" differenti sia attorno al castello, che nel piccolo paese ai piedi della collina. Col tempo la giovane si fa ragazza e incontra il suo principe azzurro con cui spera di poter vivere per sempre felice e contenta. Ma le cose purtroppo non seguono i canoni delle fiabe e in una notte il crollo improvviso della diga separerà per sempre i due amanti. 

Come scrive la stessa autrice, questo racconto di fantasia è ispirato al disastro del Vajont, per non dimenticare.

E' una storia a cui mi sono avvicinata poiché contattata dalla stessa autrice e devo dire che sono stata piacevolmente colpita dal modo di scrivere di questa giovane penna appena sedicenne all'epoca della stesura del racconto. La padronanza del linguaggio usato, in certi punti quasi a rasentare la poesia, mi ha fatto soffermare più volte per assaporarne le parole. La peculiarità di questa storia è sicuramente dovuta alla dovizia di particolari che Maria Cristina usa per raccontare un paesaggio, piuttosto che un luogo chiuso, piuttosto che i sentimenti che Sara si ritroverà a provare per il suo amato. Le forti emozioni che li legano vengono espresse in modi molto fanciulleschi ma assolutamente affascinanti. 

La giovane età e forse l'inesperienza, a mio parere, hanno fatto commettere all'autrice qualche imprecisione, ma nel complesso l'ho trovato scorrevole e scritto bene. A mio giudizio è sicuramente una ragazza con del potenziale. 

Consiglio questo racconto a coloro che amano il genere un po' surreale con descrizioni minuziose e ricche di particolari ricordando, a chi se ne avvicina, che è stato scritto da un'adolescente e che quindi se non tutto è perfetto non importa, ciò che conta è il tragico episodio a cui Maria Cristina ha voluto dare risalto e la sua capacità linguistica che ritengo oggigiorno di pochi alla sua età.