La Rosa dei Venti. Le gocce di Lazhull di Mirko Hilbrat – RECENSIONE

La Rosa dei Venti. Le gocce di Lazhull di Mirko Hilbrat – RECENSIONE

17 Ottobre 2020 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: La Rosa dei Venti. Le gocce di Lazhull di Mirko Hilbrat - RECENSIONE
Parte di La Rosa dei Venti series:
  • La Rosa dei Venti. Le gocce di Lazhull di Mirko Hilbrat - RECENSIONE

Carissimi Book Lover, oggi la nostra Francesca ci parla del romanzo di Mirko Hilbrat "Le gocce di Lazhull" primo volume della serie La Rosa dei Venti, edito dalla casa editrice Youcanprint.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: Le gocce di Lazhull
  • Autore: Mirko Hilbrat
  • Serie: La rosa dei venti #1
  • Data di Pubblicazione: 10 Settembre 2018
  • Genere: Fantasy
  • Pagine: 550
  • Prezzo: € 22
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Sinossi

Rion è un valoroso e giovane soldato dal cuore gentile e coraggioso. Scampato a morte certa, non ha alcun ricordo del suo passato, se non sogni sporadici che lo lasciano smarrito. Si scopre però molto abile nel combattimento e, giunto nelle terre di Alexandria, viene nominato cavaliere e designato a misurarsi in un torneo celebrativo della pacifica alleanza tra i tre regni delle terre del Grimorio.

Ma la pace è destinata a durare poco. Il malefico Signore dell’Ovest anela al dominio su tutte le terre e mira a impossessarsi delle Gocce di Lazhull, piccole pietre forgiate con le acque incantate di un lago, che celano un grande potere. Così muove il suo esercito, che semina distruzione e morte.

Rion non si sottrae alla difesa delle terre che lo hanno accolto e si ritrova nel mezzo di una guerra sanguinosa, tra battaglie e missioni segrete che si susseguono a ritmo serrato. Al suo fianco però ha persone di cui può fidarsi, che ora sono la sua famiglia. E soprattutto, accanto a lui c’è la principessa Syria, magnifica e indomabile, che gli ha rapito il cuore e l’anima…

La fantasia caleidoscopica dell’autore dà vita a una storia ricca di azione e popolata di personaggi originali per l’universo Fantasy: non solo draghi e cavalieri, ma anche vampiri, mannari e antiche creature alate. Né mancano ispirazioni provenienti dal mondo dei fumetti, dei videogiochi e degli anime.

Nell’attesa del secondo volume della saga, “Le Gocce di Lazhull” è un coinvolgente romanzo di grande impatto e dal finale spiazzante, nel quale il classico e l’innovazione si tengono a braccetto in una riuscitissima coreografia.

 

Questo romanzo è un fantasy vecchio stampo, quei fantasy colmi di personaggi e luoghi, quel tipo di fantasy che quasi ti obbliga a creare un videogioco o un GDR, perché ogni elemento in La rosa dei venti – Le gocce di Lazhull, primo volume di una saga, è caratterizzato in modo distinto e ipnotico.

Mirko Hilbrat ci regala un mondo vasto, personaggi tradizionali ma anche atipici, ambientazioni dal sapore medioevale ma anche cupo e a volte innovative e toccate dalla tecnologia. Ora posso dire con tranquillità che non mi stupisco del numero di pagine, 550 circa. La storia che Mirko sta progettando è vasta quasi quanto quella di Zaurel, il mondo creato dalla sua mente, e quindi ha bisogno dello spazio necessario che un buon vecchio fantasy richiede quando l’autore vive i suoi personaggi e respira le ambientazioni che gli appaiono davanti ogni qualvolta pensa a come continuare la storia.

Direi di passare subito al succo del discorso.

 

Vicende

Il romanzo si apre con un ragazzo di età indefinita con capelli neri e occhi viola, Rion, che si ritrova in una caverna con un’enorme ferita sulla schiena e soprattutto con una forte amnesia che gli consente di ricordare solo il proprio nome. Una bestia, una viverna, avverte la sua presenza e prova a ucciderlo mentre lui cerca l’uscita ma grazie alle sue abilità e anche a un fortunato caso del destino, Rion viene salvato da uno degli abitanti della città di Alexandria, nel reame di Ametista, nella zona Est del mondo di Zaurel.

“Spero di farcela. Devo sopportare il dolore.

Cominciò ad arrampicarsi. Ogni movimento doveva essere preciso: sarebbe bastato far franare un masso e tutto sarebbe finito tragicamente tra le fauci della viverna.”

Comunque Rion arriva ad Alexandria e qui cerca il suo posto nel mondo. Dopo un po’ di tempo le sue doti di combattente, che nemmeno lui si spiega a causa del suo passato finito nell’oblio, vengono notate e quindi entra a far parte dell’Accademia, il luogo in cui si addestrano i soldati di Alexandria, e in cui finalmente Rion trova il suo posto e fa delle amicizie sincere e importanti, con personaggi che saranno alla base anche delle vicende successive, come Ed e Tolin, o Zyon e Diamanda, e parecchi altri ancora.

Perciò Rion è ormai un soldato dell’Accademia, in un luogo in cui abitano diverse creature: elfi, Xelefen, umani… Il reame di Ametista e la città di Alexandria vivono in pace soprattutto grazie a un’alleanza stipulata con altri due reami: Nazela, in cui la tecnologia e la magia hanno trovato il perfetto connubio, e Reghanor, abitato da combattenti, draghi e situato in una zona montuosa piuttosto ostile.

Eppure non tutti nel mondo di Zaurel perseguono la pace. Il Signore dell’Ovest si sta preparando per mettere in atto il suo piano: la distruzione dell’intero mondo conosciuto e per farlo ha bisogno di alcune pietre, le Gocce di Lazhull, che sono protette da custodi sparsi per Zaurel. Una di queste pietre si trova nel regno di Elenterion, patria degli Hildacra, elfi oscuri, così denominati perché abitano nel sottosuolo. Il custode della pietra è Fein Do’Kran, il sovrano. Il Signore dell’Ovest invia Azaleon, un combattente dalle ali nere e suo Arconte, a Elenterion con l’obiettivo di impossessarsi della pietra tanto agognata. Azaleon, con un attacco fulmineo a sorpresa, riesce nel suo intento, uccidendo il sovrano degli Hildacra e ottenendo la Goccia di Lazhull che cercava. Elenterion è solo il primo regno preso di mira dal Signore dell’Ovest e il resto degli abitanti di Zaurel neanche immagina cosa sta per scatenarsi…

Infatti ad Alexandria sono del tutto ignari di questi avvenimenti e molto candidamente continuano i preparativi per il Cerberus, un torneo che si tiene ogni tre anni per suggellare l’Alleanza tra il Reame d’Ametista, Nazela e Reghanor.

Per questa edizione del torneo ogni reame dovrà scegliere tre partecipanti tra le file dei soldati più valorosi. Con sua somma sorpresa Rion è uno dei prescelti insieme al suo amico Ed, sotto la guida del loro amico Tolin. Insomma il terzetto perfetto.

“Tre grotte. Tre squadre. Tre compagni. Tre giorni. Il numero tre era rievocato in ogni particolare del Cerberus, come una cabala mistica e suggestiva.”

Tutto il reame è in subbuglio per l’evento. Il sovrano di Reghanor arriva insieme al figlio Mortis e ad alcuni fidati soldati in groppa ai loro Alphadraghi, mentre la regina di Nazela e sua figlia fanno il loro ingresso ad Alexandria a bordo dell’aeronave Falce di Luna.

“Il popolo di Nazela è molto più avanzato nel campo delle conoscenze scientifiche, come nelle risorse minerarie. […] Gli abitanti di Reghanor preferiscono muoversi cavalcando creature ammaestrate, come gli Alphadraghi con i quali ci hanno raggiunto.”

Diciamo che la principessa Syria Neil’Sharim di Nazela attira subito l’attenzione del nostro Rion, che, posso dirlo senza mezzi termini, viene preso da un colpo di fulmine in piena regola.

Il Cerberus riserverà tantissime sorprese e la gara all’interno del labirinto lascia senza fiato ma questo è solo l’inizio… Altri personaggi tramano nell’ombra e Serin, uno dei pochi Hildacra sopravvissuti, cerca di raggiungere al più presto Alexandria per avvertire del pericolo imminente e della Goccia di Lazhull sottratta al suo sovrano.

“Il Signore dell’Ovest era una leggenda vivente, una minaccia che sembrava avanzare implacabile su tutta Zaurel.”

Ci saranno altri regni da conoscere, e altre creature. Ci saranno vampiri, e riti magici, regni coperti da una nebbia perenne, perdite e ritrovamenti, segreti e rivelazioni… Insomma, ciò che vi ho detto fino ad ora è appena il dieci percento della avventure di Rion e dei suoi compagni.

 

Lo Stigma

Di solito parlo dei personaggi e approfondisco le loro sfaccettature caratteriali ma in questo caso e, per questo romanzo, preferisco fare un’eccezione. I personaggi sono tanti, non è solo Rion il protagonista: nel parlare solo di alcuni mancherei di rispetto agli altri. Ho apprezzato ogni singolo personaggio, sia positivo che negativo, quindi direi che descrivere lo Stigma sia il modo migliore per farvi capire la componente “magica” del romanzo.

“Lo Stigma che scorre nel corpo di ogni creatura vivente ha una natura di tipo Fisica e Mentale. La differenza tra le due risiede nel fatto che il primo tipo di Stigma può arrivare a influire lo stato del corpo e delle capacità fisiche, mentre il secondo, che va a stimolare le capacità mentali, è anche quello che permette di utilizzare la magia, fondendosi con l’Etere presente nell’aria.”

Questa è la definizione “scolastica” che Rion ci fornisce riguardo lo Stigma e in effetti nel corso del romanzo si scoprono diversi tipi di Stigma, e ad ogni Stigma corrispondono altrettante capacità. Ogni essere può percepire il suo Stigma e quello altrui, ogni oggetto ne possiede uno, bisogna solo imparare ad utilizzarlo e incanalarlo… Sempre ammesso che una nebbia oscura non occulti ogni tipo di Stigma utilizzabile. Le capacità magiche sono importanti nella storia, ma per il momento non fondamentali quanto si possa credere. Rion vuole imparare a riconoscere il suo Stigma eppure pare quasi frenato, forse dal suo passato, e questa sua sensazione si trasmette al lettore. Ho il presentimento che nel prossimo volume ci sarà molta più magia che in questo, ma l’idea di tradurre gli incantesimi e le capacità magiche con un tipo di energia che fluisce in ogni cosa e nell’Etere, devo dire che l’ho apprezzata moltissimo. Ricordate, non è magia ma questione di Stigma.

“Troverai le risposte che cerchi nel momento in cui avrai smesso di cercarle.

Il destino è un mosaico perfetto. Tutti ne facciamo parte. Nessuno escluso.”

 

Stile e struttura

La struttura del romanzo è corposa e dettagliata. I capitoli lunghi e descrittivi permettono di conoscere ogni personaggio e ogni avvenimento, che esso sia situato nel passato o nel presente, con la giusta calma e con tempi prestabiliti. Ho trovato l’intera narrazione lineare e ben costruita, con una struttura fluida ma allo stesso tempo dinamica che permette al lettore, con il tempo, di conoscere ogni sfaccettatura della storia, o almeno quello che ci è concesso sapere all’interno del primo volume di una saga che si prospetta piuttosto articolata.

Mirko Hilbrat ci regala lo stile perfetto per goderci la storia di Rion e dei suoi compagni ma anche del Signore dell’Ovest e dei suoi sottoposti. Il confine tra bene e male è molto sottile, ognuno dei personaggi nasconde diversi lati e diversi passati, ogni cosa sembra incastrarsi alla perfezione grazie anche al metodo del flashback che Mirko ha utilizzato nel migliore dei modi.

Insomma, non è il romanzo ideale per chi si vuole approcciare al fantasy, bisogna essere consapevoli che i tradizionali esponenti di questo genere non avrebbero fatto nulla di diverso rispetto a Mirko e che gli ingarbugliamenti sono necessari nel primo volume per creare i nodi che piano piano dovranno essere sciolti nei prossimi.

Lo stile di Mirko mi ha rapita e sono contenta di dire di aver apprezzato tanto la sua opera e di aver compreso appieno le sue intenzioni. Non mi immergevo da tempo in un fantasy coi contro e sono felice di affermare che “La rosa dei venti” lo è, in ogni suo dettaglio. Spendo le ultime parole per sottolineare la bellezza della copertina.

Riguardo l’editing non ho nulla da segnalare, l’ho trovato perfetto. Qualche refuso è scappato ma sono davvero pochi rispetto alla mole di pagine, quindi direi che possiamo anche ignorarli per permettere alle vicende di condurci in un mondo tutto nuovo ma dal sapore nostalgico.

 

In breve

La rosa dei venti – Le gocce di Lazhull è il perfetto esempio di fantasy tradizionale. Questo è il primo volume della saga che Mirko Hilbrat ci propone. La sua penna è matura, consapevole e pare anche esperta nel muoversi all’interno del genere. La storia contiene decine di personaggi, dettaglio fondamentale per un fantasy, ma la vicenda si apre con quello che possiamo considerare il protagonista, Rion. Un ragazzo di età non precisata che ha perso la memoria e si ritrova a diventare un cadetto nell’Accademia della città di Alexandria, nel reame di Ametista. Si avvicina il Cerberus, un torneo che si tiene ogni tre anni per suggellare l’alleanza con altri due reami, e Rion è scelto a parteciparvi in squadra con i due suoi migliori amici. Fervono i preparativi per il Cerberus ma nel frattempo un potere oscure inizia a muoversi: il Signore dell’Ovest attacca e distrugge Elenterion, patria degli elfi Hildacra, per impossessarsi di una delle Gocce di Lazhull, pietre dai grandi poteri. Da qui in poi tutto il mondo di Zaurel verrà sconvolto e tutti dovranno prepararsi alla guerra che incombe inesorabile.

Un fantasy a mio parere perfetto, un primo volume che introduce alla grande tutti i personaggi, le ambientazioni e i fatti pensati dall’autore. L’ho letto con grande piacere e trepidazione, all’inizio intimorita dalla mole di pagine ma alla fine desiderosa di saperne molto di più.

Consiglio questo romanzo agli amanti del vero fantasy, quello che sa creare domande e aspettative, quello che caratterizza ogni minimo dettaglio e tiene con il fiato sospeso fino alla fine, soprattutto quando si è consapevoli che la fine non è così vicina.  

Ringrazio Mirko per questo splendida collaborazione e non vedo l’ora di leggere il secondo volume che è già nelle mie mani.

 

Francesca V. Capone