La crisi colpisce anche di sabato di Christophe Palomar – RECENSIONE

La crisi colpisce anche di sabato di Christophe Palomar – RECENSIONE

9 Settembre 2021 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: La crisi colpisce anche di sabato di Christophe Palomar - RECENSIONE

 

Carissimi Book Lovers, oggi ci porto la recensione del romanzo di Christophe Palomar "La crisi colpisce anche di sabato", in collaborazione con la casa editrice Ponte Alle Grazie.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: La crisi colpisce anche di sabato
  • Autore: Christophe Palomar 
  • Serie://
  • Data di Pubblicazione: 26 agosto 2021
  • Genere: Narrativa 
  • Casa Editrice: Ponta Alle Grazie
  • Pagine: 271
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Trama

Sabato sera. A Roma, dalla finestra dell’appartamento di famiglia, il pensionato Adriano Pasciuti, nato, cresciuto e vissuto a Testaccio, assiste al tramonto dell’estate e della vita, trascorsa fra gli ideali di una rivoluzione mancata, le promesse sfumate del benessere e un matrimonio che ha lasciato solo rimpianti.
A Milano, Gioia Airaghi, manager in una multinazionale, moglie e madre trascurata, approfitta della momentanea solitudine per recuperare il lavoro arretrato. Le fanno compagnia la vodka e la memoria di amori perduti: ma il passato è pronto a riaffacciarsi.
Intanto, a Ferrara, un gruppo di ragazzi alle soglie della vita adulta si trova per una pizza dopo il cinema. Una manciata di esistenze già indirizzate lungo i binari della vita di provincia: speranze e disillusioni, accoppiamenti e solitudini, tutto sembra già deciso. Ma da quel sabato per nessuno la vita sarà più la stessa.
Da questi tre momenti simultanei – tre città, tre generazioni, tre condizioni sociali, la straordinaria normalità di un sabato italiano – si dipana La crisi colpisce anche di sabato, romanzo-affresco che racconta l’Italia di oggi attraverso il fil rouge della crisi – una crisi morale e materiale, individuale e collettiva, forse eterna e senza soluzione – fino agli inattesi e deflagranti colori finali. Un’Italia sofferente e ferita, di fronte alla quale Christophe Palomar tiene la penna salda, fine e cordiale, e lo sguardo lucido, ironico e crudo: la penna e lo sguardo di un nuovo protagonista della narrativa italiana.

 

Siamo nel periodo del Covid-19, ed è in questi due anni che l'autore ambienta il romanzo. Due anni che hanno messo in ginocchio i lavoratori, le persone che si sono ritrovate di punto in bianco senza un lavoro, dove le persone hanno subito violenza psicologica, la paura come quotidianità.

E allora fa riferimento al sabato, un giorno prima dedicato al riposo, spensierato in attesa della domenica. Per questo la crisi colpisce anche di sabato, una crisi che non è solo economica, ma anche morale.

Conosceremo diversi personaggi. Adriano Pasciuti, un sessantenne pensionato che un sabato sera si ritrova a riflettere sulla sua vita, sui suoi fallimenti. Lui che ha vissuto un epoca in cui i ragazzi lottavano per realizzare i propri sogni, si ritrova a riflettere su quelli di oggi, su come i sogni vengono messi da parte per la stabilità economica.

Gioia Airaghi, lavoratrice, moglie e madre, ci mette di fronte a quello che la donna è costretta a fare rispetto all'uomo. La vita frenetica, costretta a dare sempre di più per poter essere indipendente, a lavorare il doppio, se non il triplo dell'uomo, perchè ci sono anche i bambini da crescere. Gioia rappresenta noi donne, quello che subiamo nell'ambito lavorativo, ma anche nella vita privata.

“Le prime vittime dei tagli alla spesa pubblica? Noi donne. Le prime a saltare quando le aziende licenziano? Sempre noi. Se la donna è brutta, viene derisa. E se è carina, dicono che abbia aperto le gambe. Tutto chiaro?”

Conosceremo anche i ragazzi di Ferrara, loro rappresentano la generazione di oggi, quelli per cui la vita dovrebbe essere facile, già appianata e decisa, ma che il covid-19 ha scombussolato.

Perchè ci ritroviamo in un paese rotto, tagliato a metà da persone incompetenti che mirano solo ad arricchirsi senza pensare al bene della comunità, promesse non mantenute, continue promesse vuote e inutili.

Ugo, invece, si immerge nella lettura, estraniandosi al mondo esterno. Un bisogno che sente dentro, perchè la realtà lo soffoca, vede una generazione in cui non si ritrova, un paese che non riconosce più.

L'autore ci mette di fronte l'Italia per quella che è, un paese in crisi, ma non solo questo, viviamo in un paese ferito, la crisi non è solo economica ma anche morale. Un romanzo crudo e allo stesso tempo ironico. Arriviamo ad un epilogo che è un vero e proprio colpo di scena. Lo consiglio sicuramente.

 

 

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