Il treno dell’ultima notte di Dacia Maraini – RECENSIONE

Il treno dell’ultima notte di Dacia Maraini – RECENSIONE

27 Gennaio 2021 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: Il treno dell'ultima notte di Dacia Maraini - RECENSIONE

Carissimi Book Lovers, oggi, per la giornata della memoria, vi parlo di un libro, letto tempo fa, ma che mi è rimasto nel cuore "Il treno dell'ultima notte" di Dacia Maraini, una storia toccante e bellissima.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: Il treno dell'ultima notte
  • Autore: Dacia Maraini
  • Data di Pubblicazione: 17 giugno 2009
  • Genere: Romanzo Storico
  • Casa Editrice: Rizzoli BUR
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Sinossi

Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli. Emanuele ha sempre addosso un odore sottile di piedi sudati e ginocchia scortecciate, l'"odore dell'allegria". Emanuele si arrampica sui ciliegi e si butta a capofitto in bicicletta giù per strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere, e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l'inseparabile amica d'infanzia, attraversa l'Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Amara visita sgomenta ciò che resta del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta degli ungheresi, e trema con loro quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell'abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso.

 

 

Amara ed Emanuele si sono conosciuti da bambini su un albero di ciliegio e da allora sono diventati inseparabili.

“Un incontro non si sceglie ma si prende come un destino e quando è avvenuto, è compiuto per sempre.”

Emanuele ama vedere volare gli uccelli e vorrebbe farlo anche lui, Amara lo segue ovunque, ma tra di loro ci sono delle differenze, lui è ricco, lei no; lui è un ebreo, lei no, quando la famiglia di Emanuele decide di rientrare a Vienna, la guerra imperversa e la deportazione degli ebrei è già cominciata, i due bambini si separano promettendo di scriversi sempre. Ma a separarli c’è l’orrore, la tragedia di quello che è stato l’olocausto.
Diversi anni dopo Amara diventa giornalista e non avendo ricevuto più notizie dal suo Emanuele, decide di andare a cercarlo. Comincia così un lungo viaggio alla ricerca della verità.

“È un treno lento che arranca sulle rotaie. Si dirige verso nord. Amara se ne sta seduta composta, in preda a una sorta di eccitazione sonnolenta. Il primo lungo viaggio della sua vita. Un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati da centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e di sapone al permanganato. Sono gli odori della guerra fredda che ha diviso i paesi dell’Ovest da quelli dell’Est, segregandoli con muri, fili spinati e soldati armati di fucile.”

Amara si troverà a visitare il campo di Auschwitz dove dietro il cancello principale appare in ferro battuto la famosa frase “Il lavoro rende liberi”. E nella sua mente riaffiorano alcune parole rimaste impresse: “Per me si va nella città dolente. Per me si va fra la perduta gente”.
Amara continua a leggere le lettere inviatele da Emanuele, lo hanno buttato fuori dalla sua villa di Vienna e portato nel ghetto di Lòdz e molte delle cose che scrive la colpiscono dritte al cuore.

“Sai che non riesco più a sognare? Cosa significa secondo te quando non si sogna più? Mi sveglio la mattina con la lingua che scotta in bocca. Ho fame. Non riesco a pensare ad altro.”

Amara continuerà a cercare e quando arriverà in Ungheria si troverà nel bel mezzo della rivolta. Ma il pensiero di Emanuele non l’abbandona, il loro amore innocente, nato da bambini, è cresciuto insieme a loro.

“Per questo è qui, per cercare di trovarlo, vivo o morto, perché oltre tutto continua a sognare Emanuele che le parla e le dice di andare da lui.”

In questo viaggio Amara scoprirà gli orrori del nazismo, le crudeltà inflitte agli ebrei privati di ogni dignità.

Dacia Maraini descrive perfettamente e nella realtà nuda e cruda quello che succedeva nei campi di sterminio e lo fa tramite una donna forte e coraggiosa, Amara, un personaggio femminile dalle tante sfumature che ci porta in viaggio con lei ad affrontare tutto quello che di marcio c’era in quel periodo. Lo consiglio.

 

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