Il tesoro del diavolo di Luigi Panella – BLOG TOUR

Il tesoro del diavolo di Luigi Panella – BLOG TOUR

26 Maggio 2022 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: Il tesoro del diavolo di Luigi Panella - BLOG TOUR

Carissimi Book Lovers,  il blog tour del romanzo di Luigi Panella "Il tesoro del diavolo", edito dalla casa editrice Rizzoli, continua. Eccoci alla quarta tappa dove conosceremo il messaggio che si intende trasmettere al lettore attraverso la narrazione.

 

Prima Tappa: presentazione dell'opera e dell'autore

«Altre terre oltre i confini del mondo conosciuto?» osservò scettico Berengario. Yves si fermò e la sua voce fu un sussurro: «E se fosse questo, il tesoro del diavolo?».

(estratto da “Il tesoro del diavolo”)

“Il tesoro del diavolo” è un libro composito, che ha il respiro ampio del romanzo storico e il ritmo incalzante del giallo. Il nucleo centrale della storia si snoda all’epoca dell’invasione angioina dell’Italia meridionale (1266) sullo sfondo del contrasto tra il papato e l’impero, ma il filo del mistero ci porta molto più indietro, fino agli ultimi giorni di Cartagine e anche oltre, a un segreto custodito gelosamente per millenni, a terre lontanissime e favolose. Il libro è il secondo volume di una serie ambientata nel medioevo intitolata “Le cronache dell’inquisitore” in omaggio al protagonista principale, l’inquisitore domenicano Yves le Breton; ogni volume, peraltro, come nelle serie gialle, è indipendente dagli altri, narrando una storia – e una indagine – compiuta. Il primo volume, “Nel nome di Dio”, è ambientato in Terra Santa all’epoca della crociata di Re Luigi di Francia (1250) e narra della caccia che si scatena intorno a un misterioso documento - rinvenuto a Gerusalemme nei sotterranei di una moschea - di cui vogliono impossessarsi l’inquisitore, i templari, l’imperatore Federico. L’autore è un avvocato, appassionato di storia, che da anni nel tempo libero si aggira tra archivi e biblioteche a inseguire le sue passioni. Sia il primo che il secondo romanzo sono costruiti su un doppio livello narrativo e temporale. Sono storie, in contesti storici diversi, ma in qualche modo legate da un filo invisibile che il lettore scopre nel corso della lettura.

L’autore:

Luigi Panella è un avvocato penalista che vive a Roma. Da sempre appassionato di storia, è coautore (con Marco Consentino e Domenico Dodaro) di un romanzo sulla tragica avventura del colonialismo italiano in Etiopia, I fantasmi dell’Impero (Sellerio 2017), diventato un caso letterario e vincitore del Premio Selezione Bancarella 2018. Si è poi dedicato alle “Cronache dell’inquisitore”, con “Nel nome di Dio” (Rizzoli 2021), vincitore del Premio Selezione Bancarella 2022, e “Il tesoro del diavolo” (Rizzoli 2022). L’uscita del terzo volume della serie è prevista per il 2023. La trilogia sarà pubblicata in Germania dall’editore Goldmann.  

 

Seconda tappa: descrizione dei personaggi fisica e psicologica; quali obiettivi si pongono e come si evolvono nel corso della storia.

 

Yves le Breton, il protagonista, è ispirato a un personaggio realmente esistito, un frate domenicano che parlava arabo e accompagnò Re Luigi alla crociata facendogli anche da ambasciatore con i musulmani. Capelli rossi, penetranti occhi verdi, nel primo romanzo ha poco più di trenta anni, mentre nel secondo circa cinquanta. Dotato di grande intuito, non è tuttavia infallibile, né un vincente. È un inquisitore riluttante, privo di ogni fanatismo e tormentato dal contrasto tra la sua intelligenza e la fedeltà alla terribile missione affidatagli.

Da “Il tesoro del diavolo”:

“Del resto, inutile nasconderselo, il gravoso officium che era stato il suo destino richiedeva uomini diversi, come Berengario da Verona o Mathieu de Bourbon. Da giovane, la sua inclinazione al dubbio gli aveva fatto pensare di essere inadeguato. Con il passare degli anni, tuttavia, aveva compreso come il dubbio fosse uno stimolo divino per indurlo a non fermarsi all’apparenza delle cose, rendendo più efficace l’adempimento della missione affidatagli da padre Mathieu quando era ancora un ragazzo: difendere il gregge di Dio dalle insidie del maligno, per consentirgli di amare il Signore con tutta l’anima, secondo il primo e più grande dei comandamenti”.

L’antagonista di frate Yves in entrambi i romanzi è Umberto di Fondi, anche lui ispirato a un personaggio realmente esistito, il “Ser Berto” citato nelle fonti arabe, una spia inviata segretamente da Federico di Svevia per informare il Sultano d’Egitto dell’imminente arrivo dei crociati. È un uomo d’azione, intrepido e spietato, ma anche leale e profondamente solo; il suo apparente cinismo cela in realtà un’esperienza terribile, che ha segnato la sua infanzia e la sua vita.

Da “Il tesoro del diavolo”:

“Era arrivato da solo, come sempre. Il cavaliere avvolto nel mantello grigio aveva attraversato al passo l’accampamento saraceno tra gli antichi ruderi lungo la via Latina, ai piedi del monte dell’abbazia e poco lontano dalle mura di San Germano. Tutti gli asākir  che aveva incontrato si erano inchinati, riconoscendo Umberto di Fondi, barone di Acquaviva e siniscalco del regno, già membro della familia  dell’Imperatore Federico e amico personale del Sultano d’Egitto Baybars. Non aveva risposto a nessuno.”

Terza tappa: ambientazione, come il contesto storico e sociale incide sulla vicenda.

Da “Il tesoro del diavolo”:

Rimasto solo, Yves volse ancora lo sguardo verso l’affresco, ma presto alla figura celestiale della madre di Dio si sovrapposero altre immagini e gli parve di sentirlo, o forse era solo un alito di vento da una finestra rotta nella navata centrale. Il frate parlò a voce alta: «So che stai origliando, ma non osi entrare in questo luogo sacro. Sento il tuo respiro.»

Le crociate si prestano a storie di misteri, intrighi, battaglie e avventura. Il Duecento di Yves e Umberto è storicamente fedele e pieno di curiosità, diverso da come in genere viene immaginato. Per ricostruirlo è stato necessario realizzare una piccola macchina del tempo con l’aiuto delle fonti originali, che sono state un potente microscopio per avvicinare i personaggi, a tal punto da poterli vedere talvolta quasi muoversi da soli.

 

Quarta tappa: : il messaggio che si intende trasmettere al lettore attraverso la narrazione.

Da “Il tesoro del diavolo”.

“La stele era ancora lì, dopo oltre mille anni. La luce della torcia di Jean lasciava intravedere scritte e un rudimentale disegno sotto lo spesso strato di polvere. La via per Aztlan.”

 

Le avventure di frate Yves sono l’occasione per affrontare temi di grande attualità quali ad esempio:

  • il rapporto tra la Cristianità e l’Islam, la violenza che può scaturire da ogni religione e le dinamiche degli integralismi;
  • le interazioni tra l’Occidente e l’Oriente mediterraneo, fatte non solo di contrasti e di guerra, ma anche di scambi commerciali e culturali;
  • le difficoltà impreviste che possono incontrare grandi spedizioni militari in territori ostili;
  • le dinamiche dello sfruttamento coloniale, già presenti nel mondo antico e in quello medievale.
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