Il precipizio dell’amore di Mariangela Tarì – RECENSIONE

Il precipizio dell’amore di Mariangela Tarì – RECENSIONE

25 Aprile 2021 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: Il precipizio dell'amore di Mariangela Tarì - RECENSIONE

Carissimi Book Lovers, oggi vi parlo del 'diario' di Mariangela Tarì "Il precipizio dell'amore - solo appunti di una madre", in collaborazione con la casa editrice Mondadori.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: Il precipizio dell'amore
  • Autore: Mariangela Tarì
  • Serie://
  • Data di Pubblicazione: 2 Marzo 2021
  • Genere: Biografia
  • Casa Editrice: Mondadori
  • Pagine: 144
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Sinossi

Il dolore è come l'amore, è una potenza creatrice. Quando si ama tanto si crea: una famiglia, un figlio, un dipinto, parole nuove... Il dolore fa lo stesso. Quando è troppo forte deve diventare qualcos'altro. Mariangela Tarì, madre di due figli colpiti entrambi da gravi malattie, l'ha visto accadere. Mamme e papà senza più figli che si aggirano negli ospedali, che creano associazioni, che lottano per leggi più eque. Genitori attraversati da un dolore troppo grande che scartano l'odio e piantano ancora margherite. In queste pagine impetuose, vitali, la sofferenza si trasforma in energia, progettualità, combustile da bruciare "perché quando si ammala un bambino tutti si ammalano, tranne il bambino. Lui non sa di essere malato". E allora non resta che alzarsi dal letto, andare nel mondo, sforzarsi di vedere la bellezza e fare spazio alla felicità. Sì, perché gli anni di lotta giornaliera contro la malattia, la burocrazia, la società hanno reso limpida in Mariangela la consapevolezza che la felicità è una scelta. Di più: l'esercizio di forzare la felicità alla lunga la rende possibile. Ed evidentemente anche contagiosa, perché leggendo questo libro sentiamo l'impulso a vivere di più, con più gioia, leggerezza, affrontando anche la paura e il rifiuto, e poi andando oltre. Un racconto catartico, che ha origine da una lettera scritta d'impulso a un quotidiano e pubblicata sulla prima pagina della "Repubblica" nell'ottobre del 2018, la prima scintilla di una fiamma che Mariangela Tarì tiene accesa insieme alla sua famiglia, agli amici, agli altri genitori e a tutti i caregiver, coloro che si prendono cura. Questa è una storia grande perché riguarda tutti, è un ponte lanciato tra chi vive la disabilità sulla propria pelle e chi la sfiora soltanto.

 

Questa è la prima volta che scrivo una recensione con il magone, non mi era mai successo. La storia di Mariangela mi ha colpita, lasciato un segno, perchè anch'io sono madre e, nonostante i miei figli siano in salute, sento forte dentro di me il suo dolore.

"Se ognuno di noi sapesse che gli attimi di felicità sono un dono li vivrebbe con più sapore."

Mariangela ha due figli affetti da gravi malattie, Sofia ha la sindrome di Rett, Bruno ha il cancro. Come si può sopravvivere a un dolore così grande? Mariangela e il marito hanno trovato la forza nell'amore che provano per loro, è l'amore che li aiuta ad andare avanti, a lottare ogni giorno affinchè i loro figli stiano al meglio, a lottare contro istituzioni che si dimenticano di bambini come loro, a lottare contro una società a volte ignorante.

In queste pagine Mariangela ci racconta passo passo la sua vita, dalla gravidanza di Sofia, alla sua nascita, al suo ammalarsi. Le prime paure, poi la scoperta della malattia e l'inizio di una lotta quotidiana. Ci parla dell'arrivo di Bruno, della felicità nel vedergli fare tante cose che Sofia non ha potuto fare, fino a quando un giorno anche lui si ammala, un tumore al cervello che mette a rischio la sua vita. Se già la malattia di Sofia aveva piegato Mariangela, quella di Bruno l'ha fatta inginocchiare.

Quanto dolore può sopportare una madre? Me lo sono chiesta spesso mentre leggevo la storia di Sofia e di Bruno, eppure Mariangela ha trovato questa forza, ha avuto vicino un marito che è stato forte anche lui, una famiglia, gli amici. perchè in queste situazioni la forza non viene soltanto da dentro, ma sono anche gli altri che la trasmettono, che ti porgono una mano, che comprendono il tuo dolore. Eppure loro, come dice Mariangela, non sono degli eroi, sono genitori che amano profondamente i loro figli e chiedono di poterli far vivere in mezzo agli altri bambini, con le attrezzature necessarie, di poter anche viaggiare e trovare comunque sistemazioni per disabili, affinchè anche i loro figli e quelli di altri nella loro situazione possano vivere una vita migliore.

Mariangela ha deciso di godere di ogni momento che le viene donato con i suoi bambini, ha scelto di essere felice, di accantonare l'angoscia, di mettere a tacere la paura, per poter vivere il quotidiano con le sue creature.

Una storia che mi ha fatto piangere perchè ho sentito forte questo dolore, l'ho fatto mio per comprendere meglio quello che hanno passato Mariangela e suo marito. Mi sono resa conto che a volte le persone sono indifferenti a queste situazioni, li guardano da lontano, se li fanno scivolare addosso con la scusa che ci stanno male a guardarli, a sentirli. In realtà non è così, questi bambini capiscono tutto e, anche se non riescono a parlare, loro sono lì. 

"Se vedeste quello che vedo io in lei, se vedeste dentro questo corpo che non risponde una ragazzina come le altre desiderosa di scoprire, di sapere, di giocare, di interagire, allora tutta la classe sarebbe migliore, voi sareste delle persone migliori e il mondo sarebbe una favola."

Ringrazio Mariangela perché con la sua storia mi ha donato tanto e donerà tanto a tutti coloro che la leggeranno. Ammiro tanto la sua forza, ho capito i momenti di cedimento, sono normali, ho compreso i sensi di colpa, perchè le mamme ci prendiamo sempre la colpa di tutto, ho visto in lei un amore così grande, sconfinato, che le ha permesso di andare avanti, di alzare le spalle e anche di continuare a sorridere, soprattutto per loro. Ammiro tanto anche suo marito Mario, lui che comprende sempre e, quando lei si lascia prendere dallo sconforto, si lascia cadere per il forte dolore, lui è lì a sorreggerla, a far si che si rialzi, uomini come pochi.

"Se le malattie mi strapperanno i figli credo che non potrò comunque smettere di essere madre. Il dolore è come l'amore, ha una potenza creatrice. Quando si ama tanto, si crea...Quando è troppo forte il dolore deve diventare qualcos'altro...Mamme per sempre."

Nasce "La casa di Sofia", un’associazione di promozione sociale senza fini di lucro con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che nasce dall’esigenza dei genitori di due bambini con gravi disabilità con l’obiettivo di promuovere la terapia ricreativa come strumento di miglioramento della qualità della vita dei bambini gravemente ammalati e dei loro genitori. 

 

 

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