Il lupo di Nazareth Simoncelli – RECENSIONE

Il lupo di Nazareth Simoncelli – RECENSIONE

27 Dicembre 2020 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: Il lupo di Nazareth Simoncelli - RECENSIONE

Carissimi Book Lovers, oggi vi parlo del romanzo di Nazareth Simoncelli "Il lupo", edito dalla casa editrice Corponove - Leggete la mia recensione.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: Il lupo
  • Autore: Nazareth Simoncelli
  • Data di Pubblicazione: 30 Luglio 2020
  • Genere: Giallo/Thriller
  • Casa Editrice: Corponove
  • Pagine: 144
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Sinossi

Un ritaglio del Corriere della Sera dell'11 settembre 1879. Un annegato, forse suicida. Un nome, anzi due, Alessandro Antonio. Nessun cognome. Un caso chiuso in fretta. Ma su di lui sarebbe caduta la gogna di un tremendo passaparola. Un incontro a Milano nel 1994. Un vecchio nipote dell'annegato affida quel ritaglio a uno sconosciuto per trovare una verità che riabiliti il nonno da ogni ombra. Non si rassegna di vederne la memoria infangata da illazioni gravissime: l'aver ucciso delle bambine e abusato delle loro intimità. "Mio nonno non avrebbe fatto male ad una mosca! Un uomo che ama la montagna non può fare quelle cose lì!". Lo sconosciuto lavora a Milano ma abita proprio fra i monti dell'Alta Valle Seriana: Ardesio, il paese dove fatti innominabili e innominati di un secolo prima sono rimasti sospesi fra verità e dicerie. Una ricerca difficile. Pochi risultati nelle cronache locali di quel 1878. Tracce. Piccole. «Una grave notizia corre per la valle nostra, destando sensi di disgusto e sorpresa in molte famiglie». «Turpitudini innominabili...». Il filo di Arianna di quei ritagli conduce alla segheria di Antonio, il vecchio nipote che porta lo stesso nome dell'annegato. Montanaro di poche parole, parole di verità. Frammenti. Così il nostro scrittore si trova a praticare quell'arte che a lui tanto piace. «I giapponesi la chiamano: kintsugi, arte delle preziose cicatrici. È un'operazione ricercata, va oltre la conservazione ostinata di un oggetto, dà senso alle cose, alla vita. l'oro o l'argento ricuciono i frammenti, ridando lustro ad un oggetto. Il perdono può superare una rottura e l'amore ricomporre un conflitto; ecco perché amo il Kintsugi». È il procedere dell'autore nel ricostruire i fatti di tre tragiche estati, quando i lupi, anzi il Lupo, si prese colpe non sue, e il branco ne fu sterminato, ma poi ebbe vendetta. E l'autore lo fa delineando fatti e caratteri, vizi nascosti, virtù ingannatrici, ipocrisie, debolezze ammantate di autorità, situazioni cosi ben narrate che pare di sentirne i sussurri e i sospiri. La commozione trattenuta, e quindi più profonda, per quelle bimbe pastorelle all'alpeggio, una dopo l'altra violata e uccisa. Non si può dire di più perché il romanzo è un noir e deve rispettarne le regole. Presentiamo allora i personaggi. Ombra è il lupo, il nobile capobranco, che il Tone, boscaiolo solitario nella sua capanna fra i boschi, ammira. Il Tone innamorato ricambiato da Gloria. Due figure che si ergono per carattere e grandezza morale. E poi in ordine di apparizione sulla scena del romanzo: il giovane don Lionello, fresco presbitero, predicatore raro e prezioso, venuto per dar man forte al vecchio parroco, don Giuseppe, nella stagione estiva. La montagna è la sua gran passione, "dopo l'amore per Cristo, s'intende". In canonica fa da perpetua la nipote del parroco, la Ligia, detta Luigia, rimasta vedova nel fior degli anni. In canonica, con un garbo fra il malizioso e l'innocente, ritrova i mancati piaceri sponsali con i notabili del paese, primo fra tutti il capo delle guardie. Dopo due bimbe uccise, nell'estate successiva toccò a Elena. L'aveva trovata il Tone. Distesa con le braccia aperte: «Non poteva lasciarla lì, i corvi e altri animali l'avrebbero presa... Il corpo ancora tiepido, dissanguato, più bianco della neve. La pietà avrebbe prevalso su qualsiasi altra idea... Ma quali lupi! Il taglio nella gola era talmente netto che quasi le staccava la testa. Una discesa piangente, con quel fardello leggero... Non era un peso per il Tone... Elena era purtroppo la sua sconfitta, un fiore colto, strappato alla terra... Le indagini dell'imbelle capoguardie condussero in carcere persino il povero vecchio e grasso parroco, che mai avrebbe potuto salire la montagna... C'era una lista: Agnese, Veronica, Elena, Maria Grazia, Angela, Rina, Irma, Anna Maria... Sentenze per bambine, alcune eseguite, altre in attesa di esecuzione...

 

Oggi mi trovo a parlarvi di un noir ambientato nel 1879, quando un uomo, di cui si sa solo il nome Alessandro Antonio, viene accusato di stupro e omicidio verso alcune bambine.

"Quale male poteva aver commesso una bambina che non aveva incominciato ancora a vivere? Un agnello sacrificato, un fiore reciso strappato dal prato perchè morisse appassendo senza finire i suoi giorni festosi."

A distanza di anni, il nipote sente parlare del nonno come una persona buona che ama le montagne e, non accettando il fatto che il suo nome venga infangato da una tale accusa, affida il ritaglio di giornale riguardante questo omicidio, a uno sconosciuto, per trovare la verità.

L'autore descrive minuziosamente gli avvenimenti che succedono, le indagini che vengono fatte dallo sconosciuto. Ci ritroviamo nella Valle Seriana, tra monti gelidi e oscuri, conosceremo gli abitanti del paese. Ci ritroveremo ad avere un'altra idea del Lupo, forse non è poi così cattivo come si pensa.

"Io sono il lupo. Ma non c'è cattiveria nella mia crudeltà, l'uomo è stato a darmi un marchio di malvagità".

Lo stile di scrittura dell'autore è veramente molto bello, nonostante non è il genere che leggo solitamente, è riuscito a catturami sin da subito, coinvolgendomi completamente nella storia. Particolarità che mi è piaciuta molto l'inserimento, all'interno della storia, di poesie e citazioni religiose.

"Liberami, o Signore, dai territori infernali,
affranca ilo mio spirito dalle larve sepolcrali, quando
andrò nei loro inferni a cercarli senza spavento;
per legge imporro loro la volontà mia..."

Non mi resta che consigliarvelo, non dirò altro per non fare spoiler. Buona lettura.