I ragazzi di Buchenwald di Robert Waisman e Susan McClelland – RECENSIONE

I ragazzi di Buchenwald di Robert Waisman e Susan McClelland – RECENSIONE

23 Maggio 2022 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: I ragazzi di Buchenwald di Robert Waisman e Susan McClelland - RECENSIONE

Carissimi Book Lovers, oggi vi parlo del bellissimo romanzo di Robert Waisman e Susan McClelland "I ragazzi di Buchenwald", in collaborazione con la casa editrice Rizzoli.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: I ragazzi di Buchenwald
  • Autore: R. Waisman e S. McClelland 
  • Data di Pubblicazione: 18 Gennaio 2022
  • Genere: Romanzo Storico
  • Casa Editrice: Rizzoli
  • Pagine: 256
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Trama

Strappato alla sua infanzia serena nel villaggio di Skarzysko-Kamienna, in Polonia, dopo aver vissuto l’opprimente miseria del ghetto ed essere stato costretto a lavorare in una fabbrica di munizioni, l’11 aprile 1945 Romek Wajsman viene liberato dalle truppe statunitensi. Romek ha solo quattordici anni, e insieme a lui e al futuro premio Nobel Elie Wiesel, quel giorno, nel campo di Buchenwald vengono trovati più di quattrocento giovani ebrei. Sono bambini e poco più: ragazzi denutriti, spaventati, già segnati dal senso di colpa, senza nessuno da cui tornare. Dopo un viaggio nell’Europa distrutta dalla guerra, vengono trasferiti alla Œuvre de Secours aux Enfants di Écouis, nella Francia del nord, un centro di accoglienza fondato tra gli altri da Albert Einstein, che aveva come missione il recupero fisico e psicologico dei piccoli reduci scampati all’Olocausto e il loro reinserimento nel mondo.In questa testimonianza preziosa e inedita, Robert Waisman racconta la sua esperienza di sopravvissuto e la storia di questo luogo unico, dove centinaia di ragazzini hanno saputo trasformare il dolore e la rabbia in stimoli costruttivi. E dove, con coraggio, sono cresciuti tenendosi stretta la memoria del passato ma aprendosi con fiducia al futuro.

 

Romek Wajsman è un bambino che vive in un villaggio in Polonia con la sua famiglia, ma quando arriva la guerra viene strappato dalla sua quotidianità e portato nel ghetto a lavorare in una fabbrica di munizioni.

Nel campo di Buchenwald troverà miseria e passerà momenti davvero difficili, i tedeschi lo spaventavano approfittando della loro posizione. Le baracche dove viveva insieme al fratello e agli altri schiavi, erano infestate da topi e cimici, si lavava con acqua ghiacciata e indossava sempre gli stessi vestiti. Giorni vissuti nella sofferenza e nella paura, ma il dolore più grande lo prova quando vede il fratello portato via perchè malato e l'eco degli spari lontani lo seguirà ogni notte per molto tempo.

A distanza di anni, quando ha solo quattordici anni, viene liberato, insieme ad altri ebrei, dalle truppe statunitensi. Da quel giorno comincerà un viaggio nell'Europa distrutta dalla guerra, fino ad arrivare nella Francia del nord dove sarà portato in un centro di accoglienza. Questo centro era stato fondato da Albert Einstein per aiutare il recupero sia fisico che psicologico dei bambini e ragazzi scampati agli orrori dell'Olocausto.

Ogni ragazzo ha un adulto di riferimento, Romek ha il professor Manfred che diventa il suo mentore. Si impegna a studiare per poter finalmente leggere, cerca anche di imparare il francese, fino a quando un giorno decide di scrivere la sua storia. 

Ed è proprio di questo che ci parla l'autore, della sua sopravvivenza alla Shoa. Con una scrittura descrittiva e allo stesso tempo corale ci racconta la sua vita, i momenti terribili che ha vissuto, il dolore della perdita, ma anche la rinascita, il coraggio di andare avanti per coloro che non ci sono più. Un memoir che tocca l'anima di chi lo legge, una storia di speranza.

"Ho capito che provare a essere di nuovo felici era il dono più grqande che potevamo offrire a chi era stato ucciso. In quel modo noi, i ragazzi di Buchenwald, potevamo sancire la nostra vittoria contro il nazismo."

 

 

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