I leoni di Sicilia. La saga dei Florio di Stefania Auci – RECENSIONE

I leoni di Sicilia. La saga dei Florio di Stefania Auci – RECENSIONE

15 Gennaio 2021 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: I leoni di Sicilia. La saga dei Florio di Stefania Auci - RECENSIONE

Carissimi Book Lovers, oggi vi parlo di un romanzo che mi ha letteralmente tenuta attaccata al libro, si tratta di "I leoni di Sicilia - La saga dei Florio" di Stefania Auci, edito dalla casa editrice Nord.

 

Scheda Tecnica

  • Titolo: I leoni di Sicilia. La saga dei Florio
  • Autore: Stefania Auci
  • Data di Pubblicazione: 6 Maggio 2019
  • Genere: Romanzo Storico
  • Casa Editrice: Nord
  • Pagine: 438
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Sinossi

C’è stata una famiglia che ha sfidato il mondo.

Una famiglia che ha conquistato tutto.

Una famiglia che è diventata leggenda.

Questa è la sua storia.

Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione… E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri – il marsala – viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno – sott’olio e in lattina – ne rilancia il consumo… In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l’espansione dei Florio, ma l’orgoglio si stempera nell’invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell’ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e – sebbene non lo possano ammettere – hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto – compreso l’amore – per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.

Intrecciando il percorso dell’ascesa commerciale e sociale dei Florio con le loro tumultuose vicende private, sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana – dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia – Stefania Auci dipana una saga familiare d’incredibile forza, così viva e pulsante da sembrare contemporanea.

 

Era da tanto tempo che non leggevo un romanzo storico così bello e intenso.

Siamo nel 1799 quando a Bagnara Calabria un terremoto fa tremare la terra. Paolo e Ignazio hanno perso i genitori nel terremoto del 1783, a quel tremore si alzano in fretta e fanno uscire di casa Giuseppina, moglie di Paolo, con i bambini Vincenzo e Vittoria. Quando decidono di lasciare la loro terra per trasferirsi a Palermo, Giuseppina lotta con le unghie e con i denti per non andare via dalla sua terra, ma Paolo non vuol sentir ragioni, lei è una donna, lo deve seguire e basta.

Giuseppina è stata costretta a sposare Paolo, la donna non ha mai avuto alcun diritto, non è mai riuscita a provare un sentimento profondo per lui. E' triste e arrabbiata, ma non può fare  nulla.

A Palermo i Florio aprono una bottega di spezie, un aromateria, cominciano con poco, vivono in una casa piena di spifferi e umidità, ma non si arrendono e in poco tempo fanno successo, grazie anche alla loro gentilezza. Nonostante gli affari vanno bene, continuano ad essere guardati con disprezzo, ad essere chiamati i bagnaroti.

"Paolo si allontana senza guardare in faccia nessuno. Se la sente bruciare dentro, la rabbia: corrosiva, ingiusta. A Palermo non basta lavorare e spaccarsi la schiena. Si deve sempre alzare la voce, imporre un potere, vero o presunto, combattere contro chi parla troppo e a sproposito. Conta l’apparenza."

Tra Paolo e Giuseppina le cose non vanno affatto bene, lei continua a rinfacciargli di averla allontanata dalla sua casa, la sua dote. Questo ha creato una crepa nel loro rapporto, Giuseppina prova solo astio nei suoi confronti e quando posa gli occhi su Ignazio, il cognato, sente che era lui il fratello che doveva sposare, pacato e d'animo gentile. Ma questi pensieri la fanno stare male, sono pensieri che non dovrebbe avere, eppure non riesce a controllarli. 

Paolo è testardo oltre ogni dire, vorrebbe un pò d'affetto da parte di Giuseppina, ma non lo trova e sa che non succederà mai.

"Ignazio sospira. Quei due sono come acqua e olio: possono stare nella stessa ciotola, ma non si mescoleranno mai. Dovrebbe parlarle. Ascoltarla. Non è questo essere sposati? Non è portare la fatica dell’esistenza insieme?"

Gli anni passano ma Giuseppina continua a portare dentro questo rancore che la corrode, la fa stare male. Vincenzo intanto cresce e comincia a integrarsi negli affari di famiglia. La morte del padre lo fa crescere in fretta, ma Ignazio sarà un ottimo tutore per il ragazzino. E' lui ad insegnare al nipote le cose importanti, come muoversi negli affari, a insegnargli la pazienza e il rimanere indifferenti alle ingiurie delle persone. Ignazio è un uomo tranquillo, prende a cuore quel nipote che, dopo la morte del fratello si trova smarrito, ed è deciso a farne un uomo. E ci riesce. Vincenzo impara tanto e dopo pochi anni prende in mano gli affari di famiglia, fa diventare il marsala,  da vino dei poveri, a nettare pregiato. Anche la tonnara renderà tanto  e la famiglia Florio diventa finalmente ricca.

"Anche se gli inizi erano stati durissimi, anche se la fatica era stata tanta, anche se lui per primo si era annullato per garantire a Vincenzo, Giuseppina e Vittoria un certo benessere, lui, Ignazio era felice. Aveva lavorato tanto, e lo aveva fatto con gioia."

Invece Palermo si era rivelata infida. Gli aveva dato tanto, gli aveva tolto tanto. Con lei i conti non potevano tornare.

Nonostante la ricchezza, i Florio saranno sempre considerati bagnaroti, verranno sempre chiamati i putiari, perché non saranno i soldi a cancellare chi sei stato.

Man mano si procede con la lettura troveremo la storia di Vincenzo, il suo amore per Giulia, sposata solo quando le ha dato un erede, Ignazio, dopo due bambine. Perchè è sempre stato prioritario portare avanti il nome dei Florio. 

Una storia che non lascia indifferenti, una scrittura fluida, mai noiosa che coinvolge il lettore attaccandolo alle pagine. Non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto, ho sofferto per Giuseppina, donna incompresa, donna senza diritto di parola. A quei tempi la donna non era neanche considerata, non veniva ascoltata, doveva solo obbedire e dare figli. E quell'amore nato per il cognato, un sentimento profondo che viene ricambiato in silenzio, trattenuto dal senso di colpa, ma durato tantissimi anni. Un amore non vissuto, perchè, quando Paolo muore, il loro sentimento deve continuare a rimanere silenzioso per non mancare di rispetto. 

In tutta questa storia, solo Vincenzo ha seguito il suo cuore amando Giulia, anche se lei ha dovuto subire la vergogna pur di stargli accanto, ha sofferto tanto, ma alla fine è riuscita a sposarlo. Giulia è una donna forte e tenace, che non sta al suo posto, quello che ha da dire a Vincenzo lo dice, anche se una donna non può immischiarsi negli affari. Ma lei è diversa, lei legge libri, si documenta, è molto intelligente.

Ma potrei continuare a parlare ancora, perchè ho amato questo libro, mi ha fatto tremare il cuore, una saga familiare che mi ha letteralmente conquistata. quindi non mi resta che consigliarvelo, che il successo è stato meritato. 

 

 

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