Fuori piove. Dentro pure. Passo a prenderti? – Antonio Dikele Distefano Recensione

29 Gennaio 2019 0 Di Rosalba
Book Cover: Fuori piove. Dentro pure. Passo a prenderti? - Antonio Dikele Distefano Recensione

Salve Book Lovers, il libro di cui vi parliamo oggi tratta un tema molto attuale, l’immigrazione e il razzismo. Lo ha letto per noi Roberta, vediamo il suo parere.

 

Sinossi

C'è una storia d'amore importante, durata un anno e osteggiata da tutti, il primo grande amore e la sua fine. Perché Antonio è nero e per i genitori di lei il ragazzo sbagliato. E poi c'è la famiglia di Antonio, gli amici, la scuola e altri attimi del cuore. Ci sono incontri, amori, momenti che fanno crescere, istanti indimenticabili. "Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?" è la vita di un ragazzo raccontata di getto, inseguendo le emozioni, passando da un'immagine all'altra. Pagine cariche di sentimento, frasi che colpiscono il cuore e destinate a essere scritte e riscritte. Un racconto fatto di momenti singoli, come singole canzoni, che insieme fanno la playlist di una vita.

 

 

 

Almeno una volta ho sentito e forse ho persino detto una cosa del genere “non sono razzista e non c’è l’ho con loro, ma...” , la colpa di ciò non è dello stato o dei mass media, ma nostra e in mezzo a queste parole mi sono resa conto di quanto faccia schifo la vita di molte persone, che come unico problema hanno solo il colore della pelle, che poi problema non è.

“Erano ore che ti amavo, giorni. Ti telefonavo in continuazione, avvicinavo lo stereo al cellulare per dirti che fuori era buio ma che tu c’eri, amore. Ti parlavo con le canzoni di Tiziano Ferro. Tu però ascoltavi i Tokyo Hotel... Ci incontravamo a metà strada.”

Ho scritto questa piccola premessa per introdurvi “FUORI PIOVE, DENTRO PURE, PASSO A PRENDERTI?” e per chiedere scusa a coloro che inconsapevolmente ho forse offeso nel corso della mia vita.

Distefano in questo libro mette in mostra un tema attualissimo come l’immigrazione e il razzismo che ogni giorno attanaglia i nostri centri e le nostri menti.

“Avessi avuto, a quel tempo, la testa che ho oggi, se qualcuno mi avesse dato dello “sporco negro”, avrei risposto: “Guarda, chiamami come vuoi, puoi chiamarmi pure ‘Gianduiotto’ se ti fa piacere, però non utilizzare ‘sporco’ prima di nessun nomignolo perché se poi mia mamma ti sente mi mena.”

Il suo modo di scrivere di getto seguendo una playlist di canzoni l’ho trovata geniale e veritiera, come l’età di Antonio. Un’età in cui si ci sente grandi, piccoli, indifesi e lottatori. Un’età in cui tutto è amplificato come l’amore, che può sembrare insormontabile se si perde o in grado di salvare il mondo se si conquista.

“ Come puoi pretendere che io mi basti, se non sono bastato a te che eri tutto per me?”

Antonio è così. Fantastico, unico e italiano più di ognuno di noi messi insieme e se avessi l’occasione di incontrarlo gli direi esattamente le stesse parole.

Questo libro è un grido nella notte buia e solitaria di una città, una luce accecante come quando si guarda il sole ed è la voglia di riscatto da parte di chi per troppo tempo ha abbassato la testa e sopportato ogni genere di sopruso.

“ Tu cadi in piedi, io ai tuoi piedi. ”

Leggetelo, indistintamente dall’età o dal sesso o dal colore delle pelle. Leggetelo perché solo così possiamo imparare a conoscere ciò che ci circonda.

Leggetelo, capitelo e amatelo proprio come lei ama Antonio. Di getto, con passione, forza e sincerità.