Cosa hai fatto nel weekend? di Ciro Russo – RECENSIONE
Carissimi Book Lovers, oggi vi parlo del romanzo breve di Ciro Russo "Cosa hai fatto nel weekend?". Leggete la mia recensione.
Scheda Tecnica
- Titolo: Cosa hai fatto nel weekend?
- Autore: Ciro Russo
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- Data di Pubblicazione: 8 Luglio 2020
- Genere: Drammatico
- Casa Editrice: Independently Published
- Pagine: 63
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Trama
Il pregiudizio e la vergogna rappresentano per Paolo dei tormenti, scogli insormontabili da affrontare giorno dopo giorno. Sa che deve lottare innanzitutto con sé stesso e poi con gli altri per vedere riconosciuti i propri diritti, le proprie libertà. “Cosa hai fatto nel week end?”, domanda che liquida da sempre con un laconico “niente di che”, è l’argomento che odia di più in una conversazione poiché racchiude tutte le frustrazioni che lo attanagliano. Nascondere la sua sessualità lo disgusta, ma soprattutto non poter gridare al mondo intero “amo il mio uomo” lo logora. Il solo pensiero di diventare oggetto di aspre critiche e argomento delle più infime meschinità lo induce a starsene da solo in disparte, senza dare nell’occhio. Se questo accade nel rapporto con le persone che lo circondano, non va meglio con il suo sé. La sofferenza interiore, la mancanza di coraggio nel fare coming out, lo hanno condotto ad una lucida follia. Immagina, infatti, di essere in perenne contrasto con la coscienza e la consapevolezza che vede in forme umane. Una sera, dopo l’ennesima discussione con queste, non vedendo più via d’uscita alla sua personale tragedia, esce di casa deciso a commettere un gesto estremo.
Un testo molto delicato quello che ci presenta l'autore. Paolo è un ragazzo omosessuale che non riesce ad accettarsi, che ha paura del giudizio degli altri. Il suo è un dolore quotidiano, un tormento, non riesce a vivere la normalità, fino a quando un giorno incontra qualcuno che lo aiuterà a riflettere.
Viviamo in una società moderna eppure il pregiudizio prevale ancora, è facile additare qualcuno, farlo sentire diverso, metterlo in imbarazzo. Ma questo finto perbenismo non porta a nulla, siamo tutti uguali, ognuno con le proprie scelte e la propria vita. Non è importante il colore della pelle, la sessualità, la situazione economica, nulla di tutto questo è importante. Quello che veramente conta è ciò che ognuno di noi trasmette agli altri, quello che portiamo dentro e che riusciamo a donare.
Il fatto che Paolo non riesce a vivere il suo sentimento, quello che prova per un altro uomo, in mezzo alla gente, ci dice quanto il giudizio degli altri influenza la sua vita. Lui vorrebbe poter abbracciare e baciare la persona che ama, senza essere additato o guardato di traverso.
“Vorrei essere libero di parlare e passeggiare per strada mano nella mano con lui. Sorridere, scambiarci tenerezze come una coppia qualsiasi”
“Chi te lo vieta?”
“Gli sguardi di condanna della gente. Sono come chiodi conficcati nel petto.“
Il personaggio che mi ha fatto letteralmente arrabbiare è Simone, il classico omofobo. Le parole che ha detto a Paolo, il suo modo di esprimersi irritante, hanno dimostrato quanto chiusa sia la sua mente. Eppure si eleva ad essere superiore nella sua virilità, una cosa alquanto sconcertante, troppo pieno di se e sicuro del suo pensiero.
Paolo ci mostra le sue debolezze, le sue paure, ma lui in fondo è ognuno di noi, perchè tutti nella vita abbiamo delle insicurezze, la paura di essere giudicati, non solo per la sessualità, ma anche, ad esempio, per il modo di vestire.
L'autore ci dà una bella lezione di vita, che in poche pagine trasmette davvero tanto, alla fine mi sono anche emozionata.
Ne approfitto per mandare un messaggio a chi leggerà la recensione, accantoniamo il pregiudizio che non porta nulla di buono, viviamo liberi lasciando liberi gli altri.
Voglio essere libero di amare senza dovermi giustificare, senza dovermi sentire ignobile.