Le guerre delle donne di Emanuela Zuccalà – BLOG TOUR

Le guerre delle donne di Emanuela Zuccalà – BLOG TOUR

5 Maggio 2021 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: Le guerre delle donne di Emanuela Zuccalà - BLOG TOUR

Carissimi Book Lovers, oggi il blog partecipa al Blog Tour del libro di Emanuela Zuccalà, edito dalla casa editrice Infinito Edizioni. 

 

Prima tappa: Presentazione dell'autore e dell'opera

“Ho un incantesimo nascosto nella manica, posso camminare sul fondo del mare senza bisogno di respirare. La vita non mi spaventa per niente”. (Maya Angelou, La vita non mi spaventa) Le guerre delle donne è una collezione di trenta storie al femminile, tutte vere, da me raccolte in tanti anni di lavoro giornalistico sul campo, dalla Nigeria al Brasile, dall’Italia alla Cambogia, dalla Romania al Messico. Scrivo di donne da 25 anni, trattando anche la grande attualità internazionale da una prospettiva di genere, e in questo tempo ho visto i dati sulla disparità migliorare, certo, ma non quanto avrebbero dovuto. Continuiamo a restare indietro nell’economia, nella politica, nella rappresentanza. In molti Paesi in via di sviluppo, inoltre, l’incidenza dell’analfabetismo femminile, dei matrimoni precoci e forzati, delle mutilazioni genitali è tuttora drammatica. E, in questo quadro complesso, a me appassiona narrare figure femminili che, con coraggio e impegno, stanno tracciando sentieri nuovi. Come per qualsiasi grande tema, sono convinta che una storia individuale, un volto da riconoscere o immaginare, possano fare presa sui lettori più di tanti, seppure scioccanti, report statistici. E per fare presa non intendo provocare sensazionalismo bensì l’esatto opposto: comprensione, riflessione, curiosità di approfondire e, nel finale, empatia. È il tracciato che ho provato a seguire raccogliendo queste testimonianze. Sono vicende personali che offrono sguardi reali e sfumature insieme intime e universali a varie tematiche su cui di solito si dibatte a colpi di dati e d’indignazione: dalla violenza domestica allo stupro come arma di guerra; dal traffico di bambine alle battaglie ambientaliste viste con gli occhi delle donne. C’è poi il capitolo aftermath, l’indomani di una guerra, quando i riflettori dei media si spengono e restano i cocci da ricomporre, e non è scontato che tornino tutti al proprio posto: nella Repubblica Democratica del Congo, in Sahara Occidentale, nel nord-est della Nigeria, in Mali, terre bruciate in cui le donne pagano il prezzo più alto delle atrocità fra gli uomini. E c’è tanta migrazione in questo libro, perché la condizione dei migranti si deteriora, tragicamente e proporzionalmente alle sterili politiche dei muri di confine. Ci sono tanti campi profughi, tante ingiustizie. Tanta Africa, perché l’ho frequentata molto in questi anni. L’Africa delle mutilazioni genitali femminili, delle schiave dei terroristi di Boko Haram, delle omosessuali trattate come criminali. È un libro doloroso, senza dubbio. Ma è un dolore inondato di luce. Che vedrete brillare negli sguardi implacabili di donne che combattono, che siriappropriano della loro dignità e della loro vita, che aiutano altre donne a uscire dal personaggio di vittima per entrare in quello di protagonista. Le protagoniste di Le guerre delle donne hanno, tutte, osato dire no a qualcosa o qualcuno che cercava di incatenarle, fisicamente o metaforicamente. Sono entrate in guerra contro la violenza, la morte sociale che le stava annientando dopo uno stupro, la mentalità crudelmente arretrata del loro contesto, destini di sfruttamento che parevano già scritti. Nelle loro guerre diventano autrici di gesti eroici, alcuni minimali e altri immensi, privati oppure ampiamente comunitari, ma sempre attuati con una caparbietà e una coerenza che, ai miei occhi, rendono i loro vissuti speciali e di profonda ispirazione. Emanuela Zuccalà * Le guerre delle donne (Infinito edizioni) si trova in libreria e nei principali bookstores online, ma è anche possibile riceverlo direttamente dall’autrice, con una dedica, scrivendole in privato su Facebook (https://www.facebook.com/emanuela.zuccala) o Instagram (https://www.instagram.com/ezuccala/). Un piccolo esperimento per stringere un contatto diretto con i lettori, in questo periodo in cui non si possono tenere presentazioni dal vivo.

 

Seconda Tappa: descrizione e racconto della storia di alcune delle figure femminili intervistate dall'autrice Emanuela Zuccalà.

“Sono sempre emozionanti, le somiglianze fra donne che non si assomigliano”. (Marguerite Duras, Emily L.)

Le guerre delle donne è “un libro d’immagini senza neppure una fotografia”, scrive Renata Ferri - giornalista e una delle maggiori esperte italiane di fotografia - nella postfazione. Aggiungendo: “Ero certa che tra queste pagine avrei trovato ritratti nitidi, precisi, talvolta irritanti, spesso dolorosi. Le immagini di cui parlo, Emanuela Zuccalà le ha disegnate con le parole. Sono state impresse dalle storie in cui si è immersa, scavando a fondo nelle vite degli altri per riportare in superficie nomi, volti, cronache di esistenze per strapparle all’oblio a cui erano destinate”. Storia dopo storia, incrociamo lo sguardo duro di sospetto di Janet, che a 14 anni ha già inaugurato una seconda vita per sfuggire alle nozze forzate con un vecchio a cui volevano costringerla i genitori, nel villaggio kenyano di Baringo. Quello fiero e tenace di Meriem Bélaala, psicologa algerina, pioniera del femminismo in un Paese che considera le donne delle minorenni a vita. Quello attonito di Ajanna Oumar, che a soli 28 anni ha già perso tre figli, assassinati dalla furia fondamentalista che insanguina il nord della Nigeria. Ci sono anche gli “occhi italiani” di Adele, che ha deciso di camminare al fianco di donne più sfortunate, e di Patrizia, che sovverte una vita tranquilla per perseguire un senso di giustizia. Ci sono donne famose in tutto il mondo come Maria da Penha, che ha subìto una violenza irreversibile dal marito ed è riuscita a imporre al suo Paese, il Brasile, di emanare la prima legge contro gli abusi di genere. O come Beatrice Fihn, direttrice della Campagna internazionale per il disarmo nucleare, premio Nobel per la Pace 2017. C’è il grido di Lucy, femminista in Liberia, fra i pochissimi Stati africani dove la mutilazione genitale femminile - il taglio del clitoride che nega piacere sessuale alle donne - è tuttora legale. L’instancabile ricerca della verità di Rosaria e Angela, donne contro la mafia nel Sud Italia. E le guerre per la giustizia e i diritti umani portate avanti da Leticia, Norma, Gaby e Martha, attiviste messicane che dedicano la loro esistenza alla difesa dei migranti vittime dei cartelli criminali, loro stesse costantemente sotto minaccia. C’è un pezzo di mondo, in questo libro. Un mondo che sono orgogliosa di avere visitato, e che desidero far conoscere perché è la realtà. Senza filtri, senza tentazioni romanzesche. Un’emozionante dialettica di cadute e rinascite. Emanuela Zuccalà.

* Le guerre delle donne (Infinito edizioni) si trova in libreria e nei principali bookstores online, ma è anche possibile riceverlo direttamente dall’autrice, con una dedica, scrivendole in privato su Facebook (https://www.facebook.com/emanuela.zuccala) o Instagram (https://www.instagram.com/ezuccala/). Un piccolo esperimento per stringere un contatto diretto con i lettori, in questo periodo in cui non si possono tenere presentazioni dal vivo.

 

Terza Tappa: Messaggio che l'autrice vuole trasmettere con la sua storia.

“Non ho paura né delle piogge tempestive né dei grandi tornadi senza regole, perché io sono il buio della notte”.
(Clarice Lispector, L’ora della stella)

È stato avvincente concentrarmi su queste guerre femminili in un periodo in cui vediamo sempre più donne in prima linea pertentare di cambiare il mondo. Penso alle protagoniste delle rivolte contro il dittatore bielorusso Alexander Lukashenko, nell’estate del 2020, che manifestano vestite di bianco brandendo fiori e palloncini. Penso alla giovane e regale Alaa Salah in Sudan che, pure lei in bianco, guida i canti nelle proteste contro il presidente Omar al-Bashir. E, prima ancora, alle donne libiche di Bengasi che nel 2011 gridano contro Muammar Gheddafi, alle yemenite che si mobilitano contro il presidente Saleh, alle algerine che hanno animato il dissenso contro il fino ad allora irremovibile presidente Bouteflika, costretto a ritirarsi nel 2019. Penso alle tre fondatrici del #blacklivesmatter, Alicia Garza, Patrisse Cullors e Opal Tometi. A Nadia Murad, irachena yazida, da schiava di Isis a prima ambasciatrice Onu per i sopravvissuti alla tratta di esseri umani, fino al Nobel per la Pace nel 2018. Alle indiane che scuotono le piazze del subcontinente contro una legge sulla cittadinanza fortemente discriminatoria. Alle brasiliane scatenate contro il presidente Jair Bolsonaro, campione del maschilismo più tracotante. E penso anche al movimento #MeToo, che ci ha pungolate tutte a dibattere sulle molestie sessuali, spesso incoraggiando le vittime a denunciare. Sono tutti segnali che certe guerre le donne le vincono. E delle altre guerre, quelle che non vincono, rimane comunque il valore della lotta, delle voci che riempiono spazi finora deserti e muti. Rimane l’importanza di essere riuscite a piantare pietre miliari lungo cammini che le nuove generazioni troveranno meno impervi da percorrere, e porteranno a compimento.

Emanuela Zuccalà * Le guerre delle donne (Infinito edizioni) si trova in libreria e nei principali bookstores online, ma è anche possibile riceverlo direttamente dall’autrice, con una dedica, scrivendole in privato su Facebook (https://www.facebook.com/emanuela.zuccala) o Instagram (https://www.instagram.com/ezuccala/). Un piccolo esperimento per stringere un contatto diretto con i lettori, in questo periodo in cui non si possono tenere presentazioni dal vivo.

 

 

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