
Fino all’ultimo Al Zaman – RECENSIONE

Carissimi Book Lovers, oggi vi parlo del bellissimo romanzo di Diana Carter "Fino all'ultimo Zaman", dove magia, vendetta e amore si intrecciano in una storia capace di bruciare in maniera lenta e profonda.
Scheda Tecnica
- Titolo: Fino all'ultimo Al Zaman
- Autore: Diana Carter
- Data di Pubblicazione: 19 Ottobre 2024
- Genere: Fantasy
- Casa Editrice: Self Published
- Pagine: 369
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Trama
«Non ho finito con gli al Zaman, non ancora. »
Ruya è una giovane donna promessa sposa in un matrimonio che non desidera. In viaggio per raggiungere il suo futuro marito riceve una profezia: un principe la condurrà al proprio destino.
Ruya non crede a quelle parole finché si scontra con Ali, un predone del deserto che ha un conto in sospeso con il sultano.
Nel suo tesoro Ali custodisce una lampada che appare inutile...
...finché il destino non si rivela in una forma molto diversa da quella che Ruya si aspettava.
A quel punto, trovare l'ultimo discendente della dinastia degli al Zaman diventerà l'unica strada possibile.
Un jinn, una maledizione da rompere e un'avventura pervasa di magia fra dune infuocate e palazzi incantati da Mille e Una Notte.
“Non ho finito con gli al Zaman, non ancora.”
È da questa frase bruciante che prende forma il cuore pulsante di Fino all’ultimo Al Zaman di Diana Carter – un romanzo fantasy che intreccia la sensualità del deserto, la malinconia delle leggende perdute e il coraggio di chi sfida un destino già scritto.
Ruya è una protagonista che non si piega. È promessa a un uomo che non ama, costretta ad attraversare una terra ostile per raggiungere un futuro che non sente suo. Ma la sua vera avventura comincia quando si scontra con il predone Ali, ribelle e enigmatico, il cui odio per il sultano è un fuoco che arde sotto la cenere. Due mondi, due cuori feriti, due strade che si incrociano proprio quando tutto sembra perduto.
Ruya e Ali sono due mondi in conflitto. Lei, figlia di una società che cerca di ridurla a pedina politica; lui, figlio del deserto, consumato dal desiderio di vendetta verso la dinastia degli Al Zaman. Entrambi portano dentro ferite non rimarginate, ma mentre Ruya tenta ancora di credere in qualcosa di più grande di lei, Ali ha già sepolto la speranza sotto strati di cinismo e sopravvivenza.
La loro relazione nasce nella diffidenza, nelle parole non dette e negli sguardi carichi di tensione. Ma è proprio in quella diffidenza che comincia a germogliare qualcosa di diverso. Ruya, con la sua determinazione e il suo spirito libero, scalfisce lentamente le difese di Ali, costringendolo a rivedere ciò in cui crede. Ali, a sua volta, spinge Ruya a guardare oltre il velo della profezia, oltre il destino imposto, per scegliere da sola chi vuole essere.
Ruya scopre in Ali non solo una guida nel deserto, ma anche un'eco dei suoi stessi dubbi, della sua rabbia, della sua voglia di riscatto. Ali, invece, vede in Ruya ciò che non ha mai avuto il coraggio di desiderare: un futuro, un senso, un perdono.
La scrittura di Diana Carter è ipnotica, fluida, evocativa, capace di far vibrare ogni scena.
La figura del jinn, più che un espediente magico, è lo specchio della dualità umana: il potere e la dannazione, il desiderio e la paura, l’eterno conflitto tra ciò che vogliamo e ciò che siamo disposti a sacrificare per ottenerlo.
Ruya è la chiave. Ma sarà abbastanza forte per aprire la porta giusta?