Dasvidania di Nikolai Prestia – RECENSIONE

Dasvidania di Nikolai Prestia – RECENSIONE

29 Novembre 2021 0 Di rosa78gervasi
Book Cover: Dasvidania di Nikolai Prestia - RECENSIONE

Carissimi Book Lovers, oggi vi parlo del romanzo di Nikolai Prestia "Dasvidania", in collaborazione con la casa editrice Marsilio. Una storia di dolore ma anche di speranza.

 

Scheda Tecnica

EDITORE: Marsilio
PAGINE: 160
GENERE: Romanzo Contemporaneo
PREZZO: 9,99€ - 16,00€
FORMATO: eBook - Cartaceo
DATA D'USCITA: 2021
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Trama

Kola ha sette anni e, concentratissimo, studia una mela verde sul davanzale di una finestra. Fuori ogni cosa è bianca della neve appena caduta. I tetti della città si scorgono appena. La città dà su un fiume: è il Volga, nel pieno dell'inverno russo. Kola è orfano e vive con la sorella in un istituto. Ha alle spalle una storia di povertà, disagio e scarsa cura, se non abbandono. Quel bambino, che oggi ha trent'anni e abita in Sicilia, racconta la sua storia. In questo libro, l'istituto, i lunghi corridoi sempre vuoti – tranne quando i bambini e le bambine rientrano dalla scuola –, la famiglia d'origine, la madre giovanissima e senza aiuti, lo zio disperato e violento riprendono sostanza, e volti. Con la precisione di un reportage, Nikolai Prestia racconta la seconda metà degli anni Novanta e l'epoca post-sovietica nel loro aspetto più duro di miseria ed esclusione sociale, violenza domestica, alcolismo e droga. Descrive quegli anni con la disinvoltura di chi ne ha fatto esperienza, e con straordinaria capacità di osservazione. Questo libro però non è un reportage, è un romanzo. È una storia durissima, che sarebbe insostenibile se lo sguardo di Kola non compisse una specie di magia: l'immaginazione. Solo che l'immaginazione di Kola non crea mondi alternativi, non cerca vie di fuga, ma indaga il potere simbolico, poetico e quasi magico degli oggetti quotidiani: basta una mela verde per rendere nutriente quello che era solo cupo e doloroso, basta un paio di calzoni con le tasche per volare verso il futuro. Kola trova la forza di immaginare molto prima delle parole per esprimerla. E queste pagine in controluce raccontano anche la conquista delle parole. Prima del bambino che guarda, ora del ragazzo che scrive. Una lingua chiara, semplice, accogliente, nella quale si avvertono echi antichi e letterari. Ne viene fuori un'atmosfera dolce amara, a tratti dickensiana. "Dasvidania" racconta del male e del dolore, ma anche moltissimo del bene: la zia che tira fuori i bambini dai guai, il direttore dell'istituto che per primo mette in mano un libro al bambino, e quel libro è "L'idiota" di Dostoevskij, e poi l'infermiera Katiusha – che stringe con lui un patto di speranza –, gli amici dell'orfanotrofio, ognuno con il proprio fardello di rabbia e vitalità, e infine i due maestri che adottano Kola e la sorella portandoli con sé in Sicilia e offrendogli un radicamento da cui potranno guardare avanti, e anche indietro. Con "Dasvidania", Nikolai Prestia racconta come anche da bambini si possano amare tutte le memorie, non solo quelle felici.

 

In queste pagine l'autore ci racconta di sè, della sua infanzia. Lui è Kola il bambino di sette anni che, insieme alla sorella Alyona, vivono in un orfanotrofio sul Volga. Vissuti in un contesto di povertà, violenza e abbandono, i due fratelli si trovano in mezzo a persone sconosciute. Kola subirà atti di bullismo, ma capirà presto che per sopravvivere deve lottare. 

Piano piano farà amicizia e, in quei corridoi bui, non ci saranno solo brutti ricordi. Il direttore è un uomo molto buono che prenderà a cuore la sua storia e non solo.

La madre è una figura non ben delineata, si capisce che è legata a Kola e il fatto che abbia lasciato i suoi figli con un sacchetto di mele, fa nascere tante domande. Eppure quello che ho percepito è la figura di una donna che non ha avuto scelta, perchè il destino le è stato avverso. Le mele ci accompagneranno per tutto il romanzo, ne saranno il simbolo.

Pagine di dolore, solitudine e sconforto che fanno tremare il cuore, ma non solo, c'è il coraggio e la forza, la dolcezza e l'affetto.

L'autore ci parla con il cuore in mano, racconta la sua esperienza senza risparmiare nulla e lo fa con dignità, senza voler impietosire, ci fa arrivare le sue emozioni. La sorella è stata un vero sostegno, entrambi si sono poggiati l'uno all'altro e si sono fatti forza. La scrittura è semplice e scorrevole.

Una storia unica nel suo genere. A tratti mi sono anche commossa, impossibile restare indifferenti a una storia vera, vissuta dall'autore ma anche da tanti bambini che vivono l'esperienza dell'orfanotrofio e con un fardello pesante sulle spalle. Non posso che consigliarvelo.

"I ricordi sono la dimostrazione che il calore delle persone non ha fine."

 

 

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